Cronaca / Merate e Casatese
Venerdì 01 Febbraio 2019
Terremoto nella maggioranza
Colzani e Cossetta si dimettono
La scelta dell’assessore e del consigliere a pochi mesi dal voto
«Non ci sono più le condizioni». La divisione sulla candidatura a sindaco
A pochi mesi dalle elezioni amministrative si spacca la maggioranza che ha retto Cassago negli ultimi 40 anni. Due esponenti della lista Progetto Cassago Democratica, l’assessore Lorenzo Colzani e il consigliere Marco Cossetta, hanno rassegnato le dimissioni. In questo modo certificano il divario creatosi fra il primo cittadino Rosaura Fumagalli ed una parte della lista di maggioranza, portando alla luce problemi e difficoltà che hanno caratterizzato gli ultimi mesi di attività amministrativa.
«Non ci sono più le condizioni, lascio», così l’ormai ex assessore Lorenzo Colzani, che pure fa parte della lista fin dai tempi di Gian Mario Fragomeli, ha abbandonato la barca dell’amministrazione comunale. «Ne prendo atto, ormai nella lista ci sono anime differenti e non ci sono più le condizioni per andare avanti», ha detto Fumagalli nella riunione del consiglio comunale di mercoledì sera in cui è stata formalizzata la spaccatura. Per capire cosa sia successo occorre un piccolo riassunto: da varie settimane sono iniziate le discussioni su chi ricandidare come sindaco. Parte della lista, a quanto pare la maggioranza, ha avuto da ridire sull’esperienza amministrativa degli ultimi cinque anni e avrebbe preferito un candidato diverso dal sindaco uscente. Uno dei problemi principali è quello del personale del Comune, in sofferenza, con mancanza di figure per la ragioneria o l’ufficio tecnico, ma è stato proprio il metodo di lavoro degli ultimi tempi ad aver allargato il fossato.
Preso atto che parte della sua lista non voleva ricandidarla, Rosaura Fumagalli ha smesso di partecipare alle riunioni del gruppo che deve scegliere il candidato e stendere il programma, di fatto chiamandosi fuori. Da parte sua il sindaco ha detto che «per i prossimi mesi cercherò un sostituto, non ho dettato io le condizioni politiche che sarebbero venute meno. Mi astengo da ulteriori polemiche».
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