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Martedì 26 Febbraio 2013
Tentori alla Camera
"Ma sono ore di sconforto"
Delusione a Barzago per l'esito delle elezioni anche se la giovane candidata del Pd andrà a Roma
Veronica Tentori, 27 anni - stando alle proiezioni -, sarà tra le deputate più giovani d'Italia
«Non c'è da andare in giro a festeggiare - sospira il padre Mario, sindaco del paese -. Come partito, al Senato abbiamo perso qualcosa e alla Camera meno: anzi, nel Lecchese siamo il primo partito in molti Comuni però in politica non contano neanche tanto i voti - corregge - quanto i seggi».
E da parte sua, Veronica Tentori non si sbilancia sul risultato personale: «In questo momento mi preoccupa più l'esito generale - afferma - Provo sconforto, delusione: non soltanto per l'affermazione di Grillo, che era nell'aria, quanto per quella di Berlusconi; credevo che, dati i precedenti, il Paese avrebbe cambiato rotta. Siccome gli elettori sono teste pensanti, non penso si possano liquidare i due dati frettolosamente: s'impone viceversa una riflessione anche sul nostro modo di arrivare alle persone, sulle strategie comunicative; temo inoltre per le regionali, che si scrutineranno domani: vedo ardua una rimonta nell'ordine della decina di punti. E, più di tutto la vedo dura per il Paese: alla Camera, qualora riconfermate le proiezioni e, cioè, in caso di nostra maggioranza, conterò uno però la mia linea sarà di fare ogni tentativo di convergenza possibile pur di rinviare in ogni modo il ritorno alle urne».
Stessa via, la via Porta a Barzago: a qualche casa di distanza sta la casa del candidato al Senato Tino Magni: ieri, la giornata era cominciata spalando la neve davanti a casa,: lì è tornato, dal quartier generale di Sel verso le 20, non onorevole ma cittadino qualsiasi.
«Non avevo preparato la valigia, così - ha commentato con la semplicità di sempre - non dovrò neanche disfarla. A tutti quanti mi dicevano, nelle scorse settimane: hai già vinto rispondevo che, in politica, contano i voti; sembrava scaramanzia invece non era una banalità. Il problema ora è d'altronde tutt'altro: un Paese con ogni probabilità ingovernabile, in una situazione già molto difficile. La decisone sarà politica e il sottoscritto non sarà a Roma a prenderla, ma per me l'unica via è l'accordo: con la maggioranza al Camera, andare in Senato e puntare su due o tre cose».
Inutile chiedere a Magni che cosa scriverebbe nell'elenco al primo posto: «Volevo andare a Roma per portare la voce dei lavoratori - dice - Quindi, non mi dispiace affatto d'aver perso per me stesso ma, a questo punto, mi preoccupo molto di quale risposta si riuscirà a dare ai cittadini incacchiati».
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