Il federalismo che Bossi insiste per voler approvare al più presto dovrebbe preservarci dalle elezioni anticipate. Ma quale federalismo sostanziale sarà? La sensazione è che su questo federalismo si vada avanti con molti impegni e con pochi passi alla volta. Intanto i tempi delle legislature trascorrono rapidi e il vero beneficio che la gente si aspetta dal federalismo, cioè la riduzione delle tasse, sembra sempre di più un miraggio. E comunque, se davvero il prossimo passaggio sul federalismo è così importante, perché la Lega non tratta anche con la detestata Udc per farlo passare? Sarebbe comunque meglio approvarlo ora che andare a votare, con il rischio che i tempi di approvazione si allunghino sempre di più.
Giovanni Vanetti
Bossi insiste sul tasto del federalismo perché coglie i malumori del suo elettorato, che di vero federalismo non ha ancora visto nulla. Ha visto la Lega votare disciplinatamente tutte le leggi che soprattutto importavano a Berlusconi, ma non ha ancora visto il corrispettivo cui accenna lei, caro amico: l'autonomia impositiva. A ciascuno le sue virtuosità, a ciascuno i suoi sprechi, a ciascuno le sue tasse. Questa è la semplice riforma che il Nord chiede da anni, che da anni gli viene promessa e che da anni non riesce ad arrivare in porto. Sarebbe curioso che ci arrivasse con il sostegno dell'unico partico che l'ha avversata e ancora (a parole) l'avversa, l'Udc. Sarebbe curioso e costoso. Perché l'Udc, per votare il federalismo, esigerebbe in cambio qualcosa d'assai concreto. Per esempio l'introduzione di quel quoziente familiare che è teoricamente d'assoluta apprezzabilità, ma finanziariamente d'assoluta impraticabilità in un momento come l'attuale. Tant'è vero che Tremonti sta tenacemente resistendo alle pressioni di Berlusconi. Dunque, che ne sarà del federalismo? Forse qualcosa, forse più di qualcosa, forse quasi niente. Dipenderà da diverse convenienze politico-elettorali. Alla Lega, tutto sommato, gioverebbe che adesso non se ne facesse nulla, essendovi il timore fondato che, se lo si facesse, sarebbe il frutto d'un compromesso al ribasso. Meglio rinviare confidando (tanto per cambiare) in tempi migliori. E confidando, naturalmente, nella pazienza dei propri elettori. Che è molta e tuttavia non infinita. Ma Bossi è convinto che i peccati della Lega, rispetto ai peccati di altri partiti, appaiano ben più perdonabili agli occhi degl'italiani del Nord, e che costoro sarebbero in ogni caso disponibili a guardare con indulgenza, se non proprio con entusiasmo, alla rinnovata frontiera propostagli dal Carroccio.
Max Lodi
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