Tangenziale di Tirano, timbratura per gli operai presenti in cantiere

Timbratura per la presenza dei lavoratori nel cantiere della tangenziale di Tirano, sarà un incontro con l’azienda a valutare la soluzione.

La questione, sollevata già da tempo dai sindacati, sulla scia di quanto accaduto in altri luoghi di lavoro in Italia dove spesso le vittime di incidenti sono rimaste senza nome perché nessuno ne conosceva neppure la provenienza, e riproposta il primo maggio in occasione della celebrazione della Festa dei lavoratori a Colda, è stata affrontata ieri al tavolo per l’ordine e la sicurezza convocato in Prefettura a Sondrio decidendo che sia un confronto con la società appaltatrice, la Inc spa di Torino, a trovare la soluzione migliore per un cantiere la cui eccezionalità richiede un supplemento di attenzione.

Se sarà la timbratura a cui assoggettare tutti i lavoratori presenti a vario titolo nel cantiere - 200 persone in tutto anche se non in maniera permanente, di cui 120 quelli che dormono nel solo campo base, ruotano intorno ai 6 chilometri interessati dalle opere tra dipendenti dell’appaltatrice e dei sub appaltatori - o qualche altro tipo di “controllo” è presto per saperlo. «Stiamo cercando di capire come muoverci - dice Rossano Ricchini, responsabile edilizia della Cisl -. In cantiere c’è già una sorta di sistema di rilevazione dei lavoratori trattandosi tra l’altro di un campo base, ma vogliamo approfondire alcuni aspetti»

Il luogo è ben vigilato, ad oggi la task force di controllo ha già fatto tre verifiche nel cantiere e le cose, tolto qualche piccolo dettaglio, sono andate bene. «Il fatto stesso che il lavoro sia organizzato in squadre da 4 o 5, con un responsabile che controlla - dice Ricchini - è un’attenzione importante che dà qualche garanzia in più». Certo in un cantiere lungo 6 chilometri, con numerosi varchi e il via vai di mezzi pesanti che trasportano materiale dalla Tremezzina è difficile avere una sicurezza inespugnabile. Così come la presenza contemporanea di più aziende tra appaltatrice e subappaltatori. «In edilizia il luogo di lavoro è il cantiere - aveva ricordato Sergio Clari responsabile della sicurezza per la Uil in occasione del primo maggio - che è sempre diverso e in continua evoluzione. I rischi sono accentuati dal coesistere di ditte diverse con attività che si sovrappongono. Subappalti, lavoratori stranieri che difficilmente capiscono l’italiano e mancata programmazione della sicurezza sono tra le prime cause degli incidenti».

«Di positivo – sottolinea Ricchini – c’è il fatto che la maggior parte di chi opera a Tirano arriva avendo avuto rapporti di lavoro precedenti con la Inc e dunque avendo ben chiaro come stare in cantiere e avendo fatto corsi di formazione e sicurezza. Sappiamo bene che non bastano mai attenzione e corsi per scongiurare qualsiasi tipo di infortunio, ma è comunque una base di partenza». Così come il continuo dialogo con l’azienda e i lavoratori. Proprio ieri, dopo l’incontro in Prefettura i sindacalisti, oltre a Ricchini anche Enrico Samarini della Cgil sono andati nel cantiere per parlare con gli operatori. «Tutto contribuisce alla sicurezza» dicono.

I nove nomi iscritti sul “Libro della memoria” nel 2023, i diciassette infortuni mortali nella sola Lombardia dall’inizio di quest’anno, i due che hanno toccato direttamente la Valtellina - Luca Manzoni di Carate Brianza è morto in Valdidentro, Carlo Lenatti di Montagna ha perso la vita a Laglio, sul lago di Como – e i 5 operai di ieri a Palermo confermano che l’attenzione non è mai abbastanza.

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