Taglio dei tassi d’interesse: le imprese e le famiglie attendono. «La verità a settembre»

L’attesa è che un prossimo taglio dei tassi di interesse da parte della Bce riporti slancio nelle decisioni di investimento da parte delle piccole e medie imprese. Nessun annuncio ufficiale, per ora la Bce resta fedele alla decisione di non dare indicazioni sulle future mosse, ma da componenti del board della Bce è arrivato più di un accenno a un nuovo taglio previsto per settembre seguito da un altro intervento entro fine anno. Fra loro anche il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che di recente al meeting di Rimini ha auspicato un taglio dei tassi a settembre dicendo come sia “ragionevole aspettarsi che si vada di qui in avanti verso una fase di allentamento delle condizioni monetarie”.

«In questo momento – afferma Fabiano Sgheiz, responsabile dell’area Mercato della Bcc Brianza e laghi - si dà praticamente per scontato un primo taglio dei tassi d’interesse a settembre. L’Euribor oggi è poco sopra il 3,50%, quindi ha di fatto ridotto il valore scontando già di fatto lo 0,25% che dovrebbe corrispondere al prossimo taglio. Circa i tassi a lungo termine (Irs) si è stabilmente sotto il 2,50%, sconta un mercato che taglierà i tassi sul futuro. Riteniamo quindi certo il taglio di settembre».

E nonostante la presidente della Bce negli ultimi mesi abbia dichiarato che nella politica monetaria non avrebbe seguito l’orientamento della Federal Reserve, «è evidente che la politica di Bce di fatto seguirà quella della Fed in quanto le anticipazioni della Bce sono stati successivi alle dichiarazioni della banca centrale americana».

Il precedente taglio di un quarto di punto dello scorso giugno è stato definito “irrilevante” dagli attori economici, anche perché si inseriva in un contesto di tassi che avevano subito netti e ripetuti rialzi. Anche in quell’occasione, come oggi, il mercato aveva di fatto già scontato il ribasso con un impatto tuttavia non sostanziale sulle rate dei prestiti già in essere. «Sui mutui di nuova erogazione – afferma Sgheiz -, soprattutto se a tasso fisso, oggi abbiamo tassi che sono quasi due punti sotto a quelli di un anno fa. Il mercato si è posizionato su tassi decisamente più vantaggiosi».

Circa le prossime decisioni delle aziende locali sugli investimenti produttivi nel prossimo autunno, più della riduzione dei tassi potrà la fiscalità con le nuove opportunità date dal piano di investimenti 5.0 in chiave ambientale, «da cui ci aspettiamo un impatto molto più rilevante rispetto alle economie di investimento delle aziende. Oggi fra le imprese non c’è un grandissimo fervore, è in atto una contrazione dei fatturati ma anche come conseguenza del calo dei prezzi e solo in parte minore alla riduzione dei volumi prodotti. E’ anche vero che le imprese attendevano il 5.0 per cui di recente sono usciti i decreti attuativi con le caratteristiche per accedere ai finanziamenti. A breve le attività riprenderanno e a settembre capiremo meglio l’impatto sugli investimenti produttivi».

I prezzi sono scesi ma ora c’è un risveglio dei prezzi del gas, tema che preoccupa perché per diverse imprese è un elemento fondamentale, soprattutto nei processi di lavorazione dei metalli e nei trattamenti termici, temi che investono le pmi locali. «Per quanto ci riguarda la situazione finanziaria delle imprese nostre clienti è rimasto stabile – aggiunge Sgheiz -. Per le famiglie, sui mutui prima casa nei primi sette mesi di quest’anno l’erogato è cresciuto ogni mese, quindi non registriamo difficoltà soprattutto grazie ad aree molto positive, come Como città e il Monzese, aree in cui ci sono iniziative immobiliari che si sono sviluppate e che registrano grande richiesta. Per quanto riguarda i mutui alle imprese invece abbiamo un calo del 15% nelle erogazioni rispetto ai primi sette mesi dell’anno scorso, un calo certamente significativo».

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