Cronaca / Lecco città
Mercoledì 29 Maggio 2024
Tagli ai trasferimenti, Gattinoni non ci sta: «Assurdo penalizzare i Comuni virtuosi»
«Stiamo realizzando il nuovo asilo nido di Bonacina con i fondi del Pnrr. Come paghiamo i costi di gestione se ci tagliano le risorse?».
La domanda di Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco, è molto simile a quella rivolta al Governo da tanti altri sindaci italiani. La notizia secondo cui il Ministero dell’economia, guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti, starebbe lavorando ad un decreto che ancora i tagli dei trasferimenti statali ai fondi Pnrr è stata accolta con sconcerto da comuni e province.
Nel dettaglio, secondo questo provvedimento, che rende operativa una norma prevista dall’ultima manovra di bilancio, le riduzioni ai soldi che il governo versa alle amministrazioni locali sarebbero distribuite per il 50% in proporzione agli impegni di spesa corrente e per il 50% in proporzione ai fondi Pnrr ricevuti dagli enti. Ciò significa che i comuni che hanno ottenuto più contributi Pnrr subiscono un taglio dei trasferimenti statali più alto. Assieme alle tasse, i trasferimenti statali costituiscono una delle principali fonti d’entrata per un comune. Se le entrate diminuiscono, dato che il bilancio deve essere in pareggio, devono diminuire anche le spese e questo potrebbe voler dire rinunciare a parecchi servizi.
«Le prime stime di Anci – spiega Gattinoni – restituiscono numeri mostruosi. Per il comune di Lecco si parla di un taglio tra i 150mila e i 300mila euro all’anno per i prossimi cinque anni. In tutto, tra 800mila e 1.5 milioni di euro». Palazzo Bovara è soggetto attuatore di 28 progetti, per un controvalore complessivo di 36.544.200 euro. Dietro ognuno di questi investimenti c’è un intenso lavoro degli uffici tecnici, fondamentale prima per la preparazione di tutta la documentazione necessaria per partecipare ai bandi e poi per avviare nel concreto i lavori. «Se la misura fosse confermata – sottolinea Gattinoni – questi tagli colpirebbero in misura maggiore i comuni più virtuosi, ovvero i comuni che sono riusciti a spendere quei soldi facendo partire i cantieri. È una contraddizione che ci mette in grande difficoltà». Anche le tempistiche con cui la notizia è emersa hanno destato perplessità tra i sindaci.
«La notizia – ricorda il primo cittadino lecchese – è trapelata tra sabato e domenica quando lunedì era in programma la riunione di insediamento delle cabine di coordinamento Pnrr in tutte le Prefetture d’Italia». All’assise, durata solo trenta minuti, hanno preso parte i sindaci di tutti i comuni capoluogo del paese, collegati in videoconferenza. «Il Ministro Fitto – prosegue Gattinoni – è stato particolarmente prudente. Ci ha detto che lo schema di assegnazione dei tagli per ora è solo uno schema, che non ci sarebbero atti ufficiali per ora e che avrebbe cercato di capirne di più. Subito dopo la riunione, noi sindaci ci siamo sentiti e abbiamo condiviso le nostre preoccupazioni».
L’idea che per esigenze di cassa del governo centrale siano colpiti i comuni più virtuosi è inaccettabile. «Come ribadito da Anci, la posizione dei sindaci è compatta. L’auspicio è che si possano trovare altre soluzioni» conclude Gattinoni. Nel complesso, il sacrificio richiesto a comuni e province dal governo fino al 2028 sarà pari a 1.25 miliardi di euro, sempre che non venga aumentato in una delle prossime manovre di bilancio.
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