Cronaca / Circondario
Giovedì 07 Agosto 2014
Sul pennone sventola
la bandiera di Pescate
Duro attacco di Elisa Ripamonti al sindaco
«Tra un po’ a scuola addio alle foto di Napolitano»
«Portare la fascia tricolore dal prefetto non vuol dire abbandonare la nave. Vuol dire fare il sindaco non con i colori della nazione ma con i colori bianco e azzurri del paese, di quella bandiera di Pescate che ho fatto mettere nel mio ufficio, in sala civica, sui pennoni del municipio e presto farò mettere sulle scuole».
Sono queste dichiarazioni, che il sindaco Dante De Capitani ha affidato al notiziario comunale, ad aver scatenato l’ira di Elisa Ripamonti, segretaria della Cisl scuola, che ha attaccato duramente il primo cittadino e la sua «miope amministrazione». La sindacalista ha infatti preso di petto la questione, criticando pesantemente l’amministratore perché, spiega, «anche nelle scuole di Pescate vedremo sventolare le bandiere bianco azzurre e non quelle tricolori. Non vorrei leggere, fra qualche giorno, una richiesta di autorizzazione del sindaco di Pescate al dirigente dell’Ufficio scolastico di Lecco per appendere sulle pareti delle classi, nelle scuole di Pescate, la fotografia del sindaco al posto di quella del Presidente della Repubblica».
La Ripamonti non è andata per il sottile nemmeno riguardo la rubrica quotidianamente tenuta da De Capitani sul sito del Comune («declinata sempre sull’io e mai sul noi») e pure a proposito delle considerazioni fatte dalla maggioranza a proposito delle scuole locali («Innanzitutto mi chiedo quali competenze ha il capogruppo consiliare per permettersi di giudicare gli altri plessi scolastici del territorio lecchese (definiti pachidermici, ndr.). Il numero degli alunni non è garanzia di qualità e di un sistema scolastico efficace ed efficiente»).
Dal canto suo, però, il sindaco ha smorzato la polemica. «Non ho mai detto di voler sostituire il tricolore con la bandiera di Pescate. Ho solo espresso il desiderio di aggiungerlo, come fatto in altre situazioni, a quelle già ubicate. E il ragionamento è da ricondurre alle condizioni in cui i sindaci sono costretti a lavorare. L’ho detto chiaro: se mi obbligheranno ad applicare una nuova tassa, consegnerò simbolicamente la fascia tricolore al prefetto ma arriverò fino alla fine del mio mandato, guidando il paese con i colori bianco e azzurro».
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