Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 21 Ottobre 2015
Studenti stranieri: nelle classi cittadine «troppi squilibri»
Non un’emergenza - «non ancora» dice il capogruppo di Sondrio Liberale Andrea Massera che si è preso la briga di studiare i numeri -, ma certamente un fenomeno esistente da non sottovalutare e, piuttosto, da provare a “leggere” per governarlo prima che diventi un allarme, innanzitutto sociale
Il numero degli studenti non italiani nelle scuole dell’obbligo cittadine aumenta e con esso arrivano i primi casi di classi a prevalenza straniera. E, comunque, oltre quel 30% consigliato dalla normativa.
Non un’emergenza - «non ancora» dice il capogruppo di Sondrio Liberale Andrea Massera che si è preso la briga di studiare i numeri -, ma certamente un fenomeno esistente da non sottovalutare e, piuttosto, da provare a “leggere” per governarlo prima che diventi un allarme, innanzitutto sociale. A maggior ragione visto che i casi riguardano soltanto alcune scuole.
Nelle scorse settimane era stato il consiglio regionale della Lombardia a sollevare la questione approvando a maggioranza un ordine del giorno nel quale si chiede al Miur (ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) di far rispettare il decreto del presidente della repubblica del 31 agosto del 1999 secondo cui bisogna evitare la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri e ora Massera pone la questione sul tavolo della discussione a Sondrio.
Lo fa con i dati forniti dal Comune su apposita richiesta e, premette subito, partendo dalla realtà e non da posizioni ideologiche preconcette «anche perché - sottolinea - il tema è talmente complesso e chiama in causa tali e tante questioni da non poter essere banalizzato».
I numeri dai quali parte Massera sono quelli relativi alle iscrizioni dell’anno scolastico in corso per scuole d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado e il raffronto con il 2011-2012, così come riportato nel piano del diritto allo studio licenziato dall’amministrazione comunale.
Per quanto riguarda la scuola d’infanzia, gli alunni iscritti sono complessivamente 385 di cui 110 stranieri, il 29% dunque appena sotto il tetto del 30%. Ma all’asilo di via Vanoni rappresentano il 68% del totale, il 54% in quella di via Toti e il 40% in via Gianoli, mentre l’asilo Segantini e la Munari hanno entrambe il 13% di bambini stranieri. Dei 110 bimbi stranieri l’86% è nato in Italia (95).
Per quanto riguarda la scuola primaria gli alunni iscritti sono complessivamente 881 di cui 153 iscritti stranieri (17%) di cui 97 nati in Italia (63%). Ancor più in questo caso, dunque, sotto la soglia massima del 30%, ma anche qui con «evidenti squilibri» come sottolinea Massera. Il 39% è iscritto alla Racchetti e il 16% alla Credaro (via Bosatta). Per quanto riguarda le classi prime gli stranieri rappresentanto il 62% alla Racchetti, il 10% alla Credaro, l’8% alla Quadrio.
Per quanto concerne la scuola secondaria di primo grado gli alunni iscritti complessivamente sono 690 di cui 72 stranieri con il 29% nato in Italia. La percentuale più alta di studenti stranieri è alla Sassi: 27%.
Ad attirare l’attenzione di Massera, anche sulla scorta delle testimonianze raccolte dai diretti interessati, ovvero le famiglie degli alunni, sono i dati delle scuole Racchetti e Credaro «dove - dice - il fenomeno è esploso». Non solo.
Il consigliere comunale di minoranza prende in esame, confrontandoli, due numeri ovvero l’elevato numero di iscritti stranieri alla Racchetti e all’asilo Gianoli e la riduzione delle iscrizioni nell’anno scolastico in corso - 205 in tutto - rispetto a quelli del 2011-2012 che erano 256. Meno 20% circa.
«Il combinato disposto di questi due dati - sostiene Massera - è preoccupante e racconta di una popolazione di residenti italiani che sceglie altre scuole rispetto a Gianoli e Racchetti. Non voglio comunque drammatizzare i dati - prosegue -, non siamo davanti a situazioni limite come in altre città del Nord, ma non credo che si possa neppure limitarci ad assistere a questo genere di fenomeni senza far nulla. Senza porsi qualche domanda».
Il punto è, secondo Massera, che per come stanno le cose in particolare nel plesso scolastico di via Vanoni-Gianoli le linee di indirizzo contenute nel piano del diritto alla studio rimangono solo su carta. «Nella programmazione si dice, giustamente, di voler favorire il mantenimento degli alunni nel quartiere di residenza, vicino a casa - ancora Massera -, ma alla fine questo finisce per essere valido solo per gli stranieri e non per gli altri che migrano altrove. Bisognerebbe provare invece a rendere più armonica ed equilibrata la composizione delle classi, in tutte le scuole cittadine». In considerazione del fatto che in alcune di esse, come la Paini di via IV Novembre di nuovi iscritti stranieri non ce ne sono. «A Vicenza la giunta di centrosinistra aveva provato ad affrontare la questione ponendo il tetto del 30% sulle presenze straniere come obbligatorio e vietando al tempo stesso la mobilità verso le scuole di altri quartieri. Non so come e quanto funzionasse. Era un tentativo, quantomeno».
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