Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 18 Dicembre 2013
Studenti disabili
Il «sì» al sostegno
Il tribunale di Sondrio dice sì al ricorso presentato da cinque genitori di altrettanti alunni valtellinesi con disabilità per la carenza delle ore di sostegno
Il tribunale di Sondrio dice sì al ricorso presentato da cinque genitori di altrettanti alunni valtellinesi con disabilità per la carenza delle ore di sostegno.
La sentenza datata 12 dicembre ha accolto in toto le ragioni presentate dalle famiglie dando ordine all’amministrazione scolastica di assicurare a questi ragazzi le ore di cui necessitano, studenti che a più di tre mesi dall’inizio dell’anno scolastico si vedono finalmente riconosciuto quello che in realtà dovrebbe essere un loro diritto.
A darne notizia è Vanni Seletti, presidente della Fad, la Federazione di associazioni per disabili della provincia di Sondrio alla quale aderiscono AiasSondrio, Anffas, il coordinamento famiglie disabili Alta Valle, il Quadrifoglio, il Tralcio, il sodalizio Fiori di Sparta, i Piccoli frutti e la Charitas Valtellina Superiore Valfurva.
Il sodalizio in prima linea nella tutela e salvaguardia dei diritti delle persone diversamente abili ha seguito queste famiglie che lo scorso mese di ottobre hanno deciso di rivendicare il diritto di disporre di un congruo numero di ore dei propri figli - ore stabilite da regolare certificazione – presentando ricorso al tribunale di Sondrio. Una decisione, la loro, maturata dopo che l’Ufficio scolastico regionale della Lombardia alla ripresa delle lezioni non ha concesso ore aggiuntive a quelle assegnate in organico, come chiesto dall’Ufficio scolastico territoriale (ex-provveditorato) di Sondrio.
«Le prime cinque famiglie hanno ottenuto questo importante riconoscimento delle loro ragioni – sottolinea Seletti che nei prossimi giorni entrerà meglio nel dettaglio della questione -, ma nel frattempo ci sono altre tre famiglie che, trovandosi nelle stesse condizioni, hanno intrapreso questa strada». Chiaramente l’epilogo di chi li ha preceduti «lascia ben sperare che si possa raggiungere l’obiettivo» garantendo così il diritto all’istruzione e allo studio ad altri ragazzi disabili.
Per chiarire al meglio il quadro, va ricordata la mobilitazione pacifica di cui si è resa protagonista lo scorso autunno la Fad: prima ha bussato alla porta dell’Ufficio scolastico territoriale e poi a quella della Prefettura per rivendicare otto insegnanti di sostegno in più rispetto a quelli assegnati in organico, docenti che sarebbero serviti a coprire le necessità di una trentina circa di ragazzi diversamente abili, come richiesto da 15 scuole del territorio. Ma dove non è arrivata la mobilitazione, è arrivato il tribunale.
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