Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 12 Agosto 2019
Street food, la Valle prende tutti per la gola
Impennata del 150% delle imprese locali che si dedicano al cibo di strada con ottimi risultati. “Mastersciatt” di Salvatore Signorelli ha fatto da pioniere: «Ormai sforniamo circa 50mila piatti all’anno».
Avete caldo, il clima è afoso, avete anche fame ma vi va di stare in giro? Nessun problema, il ristorante vi viene incontro e vi serve un gran piatto, spiccio e gustoso, a lato strada. Nell’Italia del lavoro che vede interi settori scricchiolare o impegnati nella ripresa dopo la crisi degli scorsi anni, viaggia con il vento in poppa la sfida su tre o quattro ruote della ristorazione “street food”. Furgoncini e biroccini attrezzati come cucine ambulanti con, ai fornelli e alle piastre di cottura, chef di polso e imprenditori tuttofare. Maestri del cibo che stuzzica, e che sanno, con le loro proposte, stimolare l’appetito e soddisfarlo.
La passione per il cibo che si compra in strada è sempre più presente nelle città italiane e spinge la crescita economica del comparto: lo indicano i dati rilevati della Camera di commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi in un recente sondaggio, che segnalano una crescita del 48.8% fra il 2014 e il 2019. Con 2.915 esercizi tra sedi di impresa, sedi secondarie e unità locali attive a livello nazionale e un giro d’affari di 19 milioni.
Sondrio spicca tra le realtà territoriali che propongono i risultati di crescita maggiori misurati negli ultimi cinque anni: insieme a Savona, Trento, Reggio Calabria e Macerata presenta un incremento percentuale di nuove imprese dedicate, sul periodo stimato, sopra il 150%. In generale è la nostra regione a fare da mattatore. Nel 2019 le attività lombarde di street food sono cresciute del 96%, contro il +49% tasso medio di crescita a livello nazionale. Quattrocento sono le imprese registrate in Lombardia su 3mila che operano in tutto il Paese.
Per quanto riguarda la Valtellina, i nomi sono quelli che campeggiano ormai in tutte le sagre e le feste a tema della provincia: Mastersciatt, Gipsy big food, Birrificio Valtellinese, i più recenti Al Bers, StraBone, tutti in movimento, con il loro “food truck”, o chiosco-furgone, o camion-ristorante. Chi lavora nello street food si muove in un settore che è una sorta di filone ancora da esplorare. C’è entusiasmo e desiderio di caratterizzarsi.
«Noi siamo stati i primi – ricorda Salvatore Signorelli, partito nel 2015 con il suo Mastersciatt, iniziativa talamonese, sede a Sondrio -. Io sono stato il pioniere dello street food in Valtellina e, adesso, ci sono diverse attività. In quanti siamo? In cinque, sforniamo oggi intorno ai 40mila, 50mila piatti in un anno. Lavoriamo ormai in tutti i fine settimana dell’anno, spostandoci dalla Lombardia e tutto il Nord Italia e all’Emilia. Proponendo con le nostre postazioni di cucina itinerante i piatti tipici valtellinesi. Tutti i nostri fornitori sono valtellinesi: dalla Latteria sociale di Delebio per i formaggi a Paganoni di Chiuro per le bresaole, al Molino Tudori di Teglio per le farine. E – precisa Signorelli – con la nostra attività ci viviamo, è il nostro lavoro. Se questo settore da noi sta “camminando” bene, in Italia nell’ultimo anno, a livello di mercato, ha anche accusato una leggera flessione. Ma credo - conclude - che l’importante sia abbinare la proposta ai giusti eventi, quelli di maggiore blasone».
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