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Lunedì 18 Marzo 2013
Strage sfiorata a Teglio
Ecco la foto della valanga
Sul versante orobico di Teglio, a 2700 metri di quota della Val Caronella, si è sfiorata la tragedia: sei scialpinisti, tra i 23 e i 46 anni, tutti provenienti da Milano, hanno rischiato grosso, mentre affrontavano il passo del Serio, sul monte Torena. Il passaggio dei primi sciatori ha tagliato la massa nevosa provocando una valanga che si è fermata 450 metri più a valle
Le forti raffiche di vento non potevano essere sottovalutate, con gli accumuli che in alcune vallate hanno depositato. E sul versante orobico di Teglio, a 2700 metri di quota della Val Caronella, si è sfiorata la tragedia: sei scialpinisti, tra i 23 e i 46 anni, tutti provenienti da Milano, hanno rischiato grosso, mentre affrontavano il passo del Serio, sul monte Torena. Il passaggio dei primi sciatori ha tagliato la massa nevosa provocando una valanga che si è fermata 450 metri più a valle.
Quattro di loro sono rimasti travolti, ma per fortuna sono riusciti a restare in superficie. Gli altri due, invece, sono rimasti in coda, riuscendo così a non farsi sfiorare dalla neve. Sono stati proprio loro a dare l'allarme chiamando con il cellulare il 118 di Sondrio. Alle 16,55 l'elicottero di Caiolo era già in zona con l'unità cinofila, il medico rianimatore, e il tecnico di elisoccorso che ha subito organizzato una ricerca con le sonde per scongiurare la presenza di altri scialpinisti sotto la neve.
«Una valanga di tutto rispetto - spiega Elia Negrini, ieri di turno all'elisoccorso con l'unità cinofila -. Parliamo di un fronte di circa 300 metri e di una lunghezza di 450 verso il versante bergamasco. C'erano blocchi di neve spessi oltre i 2,5 metri perché le nostre sonde non sono riuscite a raggiungere lo strato compatto... Certo, possono dirsi davvero fortunati quei sei scialpinisti perché il rischio corso è stato davvero notevole, ma se ne sono resi conto: quando li abbiamo raggiunti erano tutti spaventatissimi».
I quattro travolti sono stati subito visitati dal medico che ha escluso conseguenze e ha così acconsentito a lasciarli andare a casa. T.F, 28 anni di Motta Visconti; G.D. - suo coetaneo - di Milano; M.M. del '77 di Brugherio e il compaesano M.B. del '66 sono stati riaccompagnati a valle dall'elicottero che li ha lasciati nei pressi delle loro auto, parcheggiate a Carona. Gli altri due escursionisti, con ancora gli sci ai piedi, sono scesi da soli (per questo non sono stati "registrati" dal 118), e con i compagni hanno potuto fare rientro a casa.
Le condizioni climatiche, secondo i soccorritori, avrebbero suggerito di evitare il percorso scelto per l'escursione. «Nei giorni scorsi - sottolinea ancora Negrini - nella zona si sono registrati notevoli accumuli di neve trasportata dal forte vento che ha reso ad alto rischio il canalone nel quale i sei scialpinisti si sono avventurati ieri... È vero, il bollettino nivometeo non indicava un grado particolarmente elevato nel rischio valanghe, ma occorre saper "leggere" i segnali che si possono cogliere in ogni vallata per capire se è possibile o meno affrontare un itinerario con gli sci o le ciaspole ai piedi».
Sull'arco alpino non sono mancate le emergenze oltre a quella di Teglio. Verso le 13 in Trentino, si è reso necessario un sopralluogo in quota per escludere il coinvolgimento di scialpinisti sotto una valanga. Verso mezzogiorno, invece, in provincia di Bolzano la massa nevosa scesa dal Gran Zebrù ha travolto un gruppo di sciatori: un alpinista è morto, un altro è ricoverato, ma non in gravi condizioni.
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