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Mercoledì 05 Giugno 2013
Spuntano nuove mazzette
nelle accuse contro Gianola
Il Gip Fabio Antezza ha accolto la richiesta dei pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio e ha fissato l'udienza per il prossimo 17 settembre davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Milano.
SONDRIOLa Procura di Milano non ha dubbi: le prove raccolte sarebbero evidenti. Schiaccianti. Inutile affrontare l'udienza preliminare, meglio andare subito a dibattimento. Ed è quello che si farà. Il Gip Fabio Antezza ha accolto la richiesta dei pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio e ha fissato l'udienza per il prossimo 17 settembre davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Milano.
La maxi inchiesta sulla sanità lombarda che come un ciclone ha travolto anche il colichese Luigi Gianola, direttore generale dell'azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna, presto svelerà le sue carte. Insomma, ci siamo per stabilire la verità.
Sino ad ora era dato sapere che Gianola, 65 anni, fu arrestato con l'accusa di corruzione per aver ricevuto la promessa di una tangente e per aver intascato dall'amico giornalista de La Padania una mazzetta da 5mila euro che in realtà "Leo" Boriani ammise di aver trattenuto per sé e di averla sì chiesta a nome del manager valtellinese, ma a sua insaputa.
Ora, dal decreto di giudizio immediato che è stato notificato nelle ultime ore a tutti gli arrestati, si apprende che in realtà Gianola avrebbe intascato una mazzetta da 15mila euro in due tranche e che la promessa di dazione di danaro ammontava a 180mila euro, ovvero al 2% del valore complessivo del bando che l'azienda ospedaliera di Sondrio aveva pubblicato per informatizzare - e quindi mettere in rete - tutti gli esami diagnostici ospedalieri. Un bando da 8 milioni e 950mila euro.
A garantire la somma sarebbero stati i Lo Presti, a capo della Hermex Italia, azienda che ha partecipato assieme ad altre al bando valtellinese e - bene ribadirlo - poi non se lo è nemmeno aggiudicato (elemento questo di fondamentale importanza per la difesa di Gianola). A fare da intermediario sempre l'amico Boriani, con il quale il colichese è poi stato filmato mentre entrava in un ristorante milanese in compagnia anche di Giuseppe Lo Presti, filmato poi trasmesso anche durante una puntata di Report che si è occupata dello scandalo sanità esploso in Lombardia e che oltre ai sette arresti ha indagato decine e decine di persone.
Gianola per agevolare l'azienda dei Lo Presti si sarebbe dato da fare anche per eliminare alcuni ostacoli, ad esempio modificando le ipotesi di esclusione obbligatoria dei concorrenti e prorogando i termini del bando stesso (dal 10 agosto al 10 settembre dello scorso anno). A Gianola viene contestata l'aggravante di aver commesso il fatto da amministratore dell'ente per il quale stava operando e non a caso l'azienda ospedaliera di Sondrio figura tra le parti offese: avrà dunque facoltà di costituirsi parte civile.
Il rito immediato è stato disposto per tutti e sette gli arrestati lo scorso 12 marzo. A giudizio, quindi, oltre a Gianola, Massimo Gianluca Guarischi, ex consigliere regionale di Forza Italia e ritenuto dagli inquirenti una sorta di "tramite" tra imprenditori e funzionari ed esponenti politici regionali nell'ambito degli appalti della sanità, Leonardo Boriani, direttore della Padania dal 2006 al 2012, che proprio ieri è stato scarcerato dal Riesame ottenendo i domiciliari; i tre imprenditori della famiglia Lo Presti (il padre Giuseppe e i figli Salvo Massimiliano e Gianluca, Pierluigi Sbardolini, e l'ex manager dell'ospedale San Paolo di Milano.
Ora gli imputati avranno quindici giorni di tempo per decidere se accedere a riti alternativi o andare a processo a settembre. La difesa di Gianola non pare orientata ad optare per un patteggiamento, ma è presto ancora per dire quale sarà la strategia che adotteranno i legali Marina Cotelli, Marcella Regazzoni e il professor Guglielmo Gulotta, docente di psicologia giuridica che da un mese ha affiancato i due avvocati valtellinesi.
L'inchiesta sulla sanità lombarda è tutt'altro che conclusa. Le indagini proseguono a pieno ritmo, solo è stato chiuso questo "filone" che ha visto la Procura della direzione distrettuale antimafia depositare faldoni e faldoni.
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