Sottoscritto per intero
l’aumento del Creval
Finanza: operazione da 700 milioni senza l’intervento dei sub garanti
e del consorzio bancario di garanzia
L’aumento di capitale del Credito Valtellinese è stato integralmente sottoscritto senza l’intervento dei sub garanti e del consorzio di garanzia. Al termine del periodo dell’esercizio dell’inoptato la ricapitalizzazione risulta integralmente sottoscritta per un controvalore complessivo pari 699.660.561,30 euro.
Il Creval ha dunque aperto la settimana a Piazza Affari da protagonista (ieri ha chiuso a +0,84%, a 0,12 euro, lunedì a +5,34%), dopo che la settimana scorsa in tre sedute è andato esaurito l’intero inoptato sull’aumento di capitale da 700 milioni di euro. Che cosa succederà ora al Creval dopo l’aumento di capitale? Chi potrebbe essere l’azionista forte che entrerà nel capitale della Spa? Sono le due maggiori domande che in queste ore si stanno facendo analisti, addetti ai lavori e investitori.
La struttura post aumento ha visto la creazione di un assetto azionario diffuso con la presenza di numerosi fondi e investitori istituzionali. Al mercato piace l’istituto formato “public company” che, ripulito dagli npl e impegnato a recuperare redditività, potrebbe presto o tardi avere un ruolo nel risiko bancario.
E a questo puntano le nuove scommesse che individuano nell’istituto valtellinese un attore di peso. Alla banca che il direttore generale Mauro Selvetti e il presidente Miro Fiordi hanno traghettato fuori dalle secche, sono stati già accostati Credem, Bper, Banco Bpm, la Popolare di Sondrio e soprattutto il Credit Agricole che al momento non sembra aver dossier aperti sul tavolo, come indicato anche di recente dal responsabile in Italia, Giampiero Maioli. Di sicuro c’è che a questo punto, con un nuovo assetto proprietario e una struttura patrimoniale finalmente consolidata. l’istituto valtellinese si presenta come candidato ideale per il processo di M&A (Merger&Acquisition, ovvero “fusioni e acquisizioni”: tutte quelle operazioni di finanza straordinaria che portano alla fusione di due o più società) nel settore bancario che, secondo diversi analisti come Equita Sim e Bain Consulting, dovrebbe manifestarsi già nella seconda metà di quest’anno.
È entrata, invece, nella fase preliminare la trattativa sulla gestione dei 400 esuberi previsti dal piano industriale. Il primo step di incontri si chiuderà oggi per riprendere la prossima settimana con l’obiettivo di chiudere. I sindacati hanno iniziato a concentrarsi sui numeri guardando anche alle qualifiche dei dipendenti interessati e alle possibile finestre d’uscita. Prevista una consistente riorganizzazione della rete commerciale con 275 esuberi, la chiusura di 61 filiali tradizionali e 23 filiali del format “bancaperta”. Nell’arco di piano si punta ad avere una rete di 350 filiali.
Un ulteriore dimagrimento, che interesserà un centinaio di risorse, riguarderà l’ottimizzazione delle strutture di corporate center e dei processi di front e back office. Altre 25 uscite arriveranno dalla fusione per incorporazione del Credito Siciliano nel Creval. L’operazione avrà efficacia entro e non oltre il primo semestre di quest’anno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA