Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 19 Marzo 2018
Sosio in nomination per il “Leone d’Oro” all’imprenditoria
Il salumificio di Chiuro in corsa per il riconoscimento che valorizza il made in Italy. Dagli anni ’50 a oggi una storia... di famiglia e tradizione
In nomination per il Leone d’oro all’imprenditoria del Gran Premio Internazionale di Venezia. C’è anche un’azienda valtellinese, il salumificio Sosio di Chiuro, tra quelle che la scorsa settimana a Roma hanno ottenuto la candidatura all’ambito riconoscimento teso a valorizzare il made in Italy nel mondo. A ritirare la pergamena come migliore azienda l’8 marzo alla Camera dei Deputati è intervenuto Umberto Sosio. Ma se la nomination potrà tradursi concretamente nel premio bisognerà attendere il 28 aprile, quando sulle rive del Canal Grande si arriverà alla definitiva assegnazione del Leone d’Oro.
«Sono onorato per questo riconoscimento, che la nostra azienda ha ricevuto - ha detto Sosio -. Il merito di questo è sicuramente da condividere con miei fratelli Lorenzo e Alessandra, ma soprattutto con i nostri genitori, che ci hanno trasmesso e ci continuano a trasmettere ogni giorno la passione per questo lavoro». E ha aggiunto: «Un ringraziamento va anche ai nostri collaboratori, che hanno contribuito al raggiungimento di questo traguardo». L’azienda, che si sviluppa su una superficie di quasi 3.500 metri quadrati, ha alle spalle una pluridecennale esperienza. Perché la storia dell’attuale salumificio Sosio altro non è che la naturale evoluzione della macelleria, gestita dai nonni a Semogo, in Alta Valle. Erano gli anni ’50, nel secondo dopoguerra, quando tutto il mandamento faceva riferimento alla loro macelleria. Grazie alla cura e alla maestria della nonna ebbe inizio una piccola produzione di bresaole: mettendo sotto sale alcuni tagli di carne avviò una nuova storia. E fu proprio la nonna a battezzare la bresaola “De Baita”, senza immaginare di dar vita al marchio, che da sempre caratterizza i prodotti del salumificio, conosciuto non solo in Italia ed Europa, ma anche nel mondo. Pure negli Emirati Arabi, tanto per citare un esempio, dove i Sosio esportano la bresaola Halal, che possono mangiare i mussulmani, a base di carne di bovino come la bresaola valtellinese, ma ottenuta con una macellazione differente.
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