Cronaca
Sabato 28 Febbraio 2015
«Sono sicura, ho visto Yara
salire sull’auto di Bossetti»
Una supertestimone svela un episodio accaduto tre mesi prima dell’omicidio
Aveva gli occhi “come quelli di una volpe” che le aveva attraversato la strada qualche giorno prima: A.A. è convinta che l’uomo che vide in macchina con una ragazza, che lei ritiene fosse Yara Gambirasio, era proprio Massimo Bossetti. Una testimonianza che confermerebbe una frequentazione tra i due qualche mese prima dell’omicidio. I carabinieri, si legge negli atti dell’indagine, la sentono come testimone il 24 novembre 2014. La donna racconta che, nel corso delle trasmissioni televisive in cui si parlava del delitto, le era tornato in mente un episodio di cui era stata testimone nella tarda estate 2010. In quel periodo frequentava la zona del centro sportivo di Brembate di Sopra (dove si allenava Yara) poichè accompagnava la figlia nella sede di una società ciclistica che si trova nella strada parallela.
Una mattina, “tra la metà del mese di agosto e l’inizio dell’anno scolastico 2010”, mentre aspettava la figlia, nel parcheggio di fronte all’ingresso del centro sportivo “vede entrare un’autovettura di colore grigio chiaro modello Station Wagon”, come quella di Bossetti. Il conducente, “nell’eseguire la manovra di ingresso nel parcheggio - si legge in un’informativa della polizia giudiziaria - le si era fermato davanti, fissandola intensamente, tant’è che l’atteggiamento dell’uomo l’aveva spaventata”. Ha quindi proseguito la marcia, fermandosi in corrispondenza dell’ingresso, con il muso dell’auto rivolto verso una siepe. «Pochi istanti dopo - prosegue l’informativa - la signora A.A. ha notato entrare di corsa nel parcheggio una ragazza che si infilava nella macchina dello sconosciuto» e che descrive cosi’: «...dall’apparente età tra i 13 e i 15 anni, alta circa 1.60, di corporatura snella, vestita con una maglietta a maniche corte di colore credo salmone chiaro o rosa e un paio di pantaloncini corti, non ricordo il colore, ricordo che aveva le gambe scoperte quindi i pantaloni erano sicuramente corti ed indossava credo un paio di scarpe ginniche basse di colore chiaro, aveva i capelli castano chiari, lunghi fino alle spalle e leggermente mossi».
La donna comunque si tranquillizza: è convinta che l’uomo fosse un padre andato a prendere la figlia. Nel descriverlo -«di un’età apparente di 35/40 anni, con viso scavato, mento affilato e con capelli corti di colore castano chiaro» - racconta ai carabinieri di essere rimasta particolarmente impressionata dai suoi occhi chiari. Quando poi passa a piedi vicino alla macchina per andare ai bagni del vicino cimitero, nota che la ragazza seduta dal lato passeggero «aveva le guance rosse ed indossava l’apparecchio per la correzione dei denti», mentre l’uomo continuava a fissarla. Al ritorno dal cimitero, la ragazza, che era ancora seduta all’interno del veicolo, le voltava le spalle, «...quasi come se non volesse farsi vedere..», mentre l’uomo continuava a guardarla.
Circa una settimana dopo, la donna incontra lo stesso uomo all’interno del supermercato Eurospin di Brembate di Sopra: era vestito da lavoro e «lo sguardo era diverso...», tant’è che «le venne spontaneo pensare - annotano gli investigatori - di averlo giudicato male» nella precedente occasione. Lo sguardo di quell’uomo le torna in mente nel giugno 2014, con l’arresto di Bossetti. La donna colloca l’incontro dopo ferragosto, perchè al ritorno da una gita in montagna «vidi una volpe - racconta - attraversare la strada della quale mi colpirono gli occhi che illuminati erano quasi bianchi; io avevo sin da subito associato gli occhi dell’uomo che vidi in quel parcheggio del cimitero a quelli della volpe. Pertanto il periodo in cui ho assistito a quella scena era in prossimità del ferragosto e prima dell’inizio delle scuole».
Per quanto riguarda l’identificazione di Yara, la testimone la riconosce in una sola delle fotografie che le vengono mostrate: ma quella foto, afferma, «corrisponde all’immagine della ragazza che ho visto salire sulla station wagon grigia»
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