Sondrio: in tantissimi per l’ultimo saluto a Vittorio De Marzi, per tutti Vito

L’uomo di 44 anni è morto dopo essersi sentito male domenica scorsa al termine della terza serata del Palio delle contrade. «Prego il Signore di accoglierti come tu accoglievi le persone con generosità e simpatia» le parole della mamma

Scrosci di applausi a più riprese hanno salutato oggi pomeriggio il feretro di Vittorio De Marzi, l’uomo di 44 anni morto dopo essersi sentito male la sera di domenica scorsa al termine della terza serata del Palio delle contrade, prima che la salma proseguisse per la cremazione. Il carro funebre, in piazza Campello, era circondato da centinaia di persone, che hanno manifestato tutto il loro affetto per Vito, come era chiamato dagli amici, ed espresso a mamma Noemi Bordoni e al fratello Alessandro.

Le parole di don Remo Bracelli

Il rito funebre, in collegiata, è stato celebrato dal vicario della Comunità pastorale, don Remo Bracelli, che ha ricordato come domenica scorsa «la festa, la musica e la gioia per il palio, in pochi istanti si siano trasformati in cupo silenzio mentre si consumavano gli ultimi minuti della vita terrena del nostro fratello Vittorio».

Il sacerdote ha ricordato i molteplici impegni di Vito coi City Angels, con il gruppo della ginnastica e della piscina. «Tutta la nostra Sondrio in un modo o nell’altro ha avuto modo di conoscerlo o incrociarlo, nei tanti luoghi e situazioni in cui con generosità e simpatia si spendeva per gli altri», ha affermato don Remo. Per aggiungere che «assieme al ricordo tante domande ingombrano il cuore, tanti perché. E anche se sono qui a predicare, non ho una risposta a tutte queste domande».

Don Remo ha provato a dare una risposta quanto vissuto personalmente domenica sera, quando lui era presente in piazza. Da, allora, ha confidato che «una luce si è fatta largo nel mio cuore e continua a crescere, diventando sempre più grata certezza: Dio Padre ha amato il nostro Vito». E a chi potrebbe obiettare «che se lo avesse amato, lo avrebbe salvato», ha ricordato la prima lettura proclamata ieri, tratta dal Libro della Sapienza: “Agli occhi degli stolti parve che morissero, la loro vita fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace”.

«Sono cristiano e per questo non credo nel destino cieco, ma nell’amore della Trinità che governa il mondo e in maniera reale la storia di ciascuno di noi verso la pienezza della gioia», ha aggiunto don Remo per ricordare che domenica, pur essendo il suo compleanno, non ha festeggiato ed è andato in piazza al Palio, dove ha chiacchierato con Vito, che aveva bisogno di alcuni materiali dell’oratorio per un evento che stava organizzando. Quando stava per andarsene, un ragazzo l’ha invitato a fermarsi ad assistere all’ultimo gioco della serata. «Una serie di casi, direbbe qualcuno - ha affermato don Remo -, a me piace pensare a dei fili della Divina Provvidenza che hanno fatto sì che nel momento in cui si compiva la vita del nostro Vito un prete fosse lì accanto a lui, a pregare per lui e a donargli gli ultimi sacramenti».

Pur non conoscendo la vita di fede di Vito, don Remo ha sottolineato che «domenica sera il Signore lo ha amato, lo ha scelto e, mentre chiudeva gli occhi a questa vita, lo accoglieva nella gioia della vita vera».

Infine, il sacerdote ha rivolto un appello ai presenti numerosi, «in particolare ai giovani», cui «la morte di Vito ha sbattuto in faccia con violenza la nostra fragilità». «Vivete in pienezza, fate della vostra vita un capolavoro - ha affermato -: qualcosa di bello per Dio e per gli altri! Non fatevi bloccare dalla paura, non accontentatevi della felicità a poco prezzo, voi siete fatti per il Cielo!».

I ricordi di parenti e amici

Prima dell’ultima raccomandazione e dell’estremo saluto, i due momenti previsti dal rito delle esequie a concludere i funerali, c’è stato spazio per i saluti di chi conosceva e amava Vittorio De Marzi. Prima fra tutti mamma Noemi Bordoni, che ha affidato le sue parole all’amica e collega Gemma Gusmeroli. «Sono felice e onorata di averti avuto come figlio - ha detto rivolta alla bara di Vito -. E prego il Signore di accoglierti come tu accoglievi le persone con generosità e simpatia».

Anche il fratello Alessandro ha ricordato come Vito fosse «sempre pronto a aiutare il prossimo e sempre pronto a festeggiare, illuminando chiunque incontrasse sul suo cammino».

La giovane Alessia, a nome del gruppo delle ragazze di ginnastica artistica della Nuova Sondrio Sportiva - che hanno deposto rose bianchi vicino al feretro - ha ricordato la «presenza costante e fondamentale» di Vito nel gruppo. «Insieme abbiamo lavorato - ha detto -, ma ci siamo anche tanto divertiti. Non mancavano le occasioni per festeggiare e tu eri sempre con noi con il tuo sorriso e la simpatia».

Lo zio Renato Verona ha voluto iniziare il ricordo di Vittorio partendo da una strofa del canto popolare “Amici miei”, dove si dice che sono “sempre pronti a dar la mano, da vicino e da lontano”. «Da vicino - ha affermato -, tu Vittorio hai trasmesso una generosità incredibile, unica. Il destino poi ha voluto che ti allontanassi, ma sarai ancora vicino a tutti quelli che ti hanno conosciuto, a cui hai saputo trasmettere un’amicizia unica, semplice, limpida e vera».

Presenza silenziosa, ma evidente, anche quella dei City Angels in maglia rossa e basco azzurro. Tra l’assemblea non sono mancati numerosi partecipanti al Palio delle contrade di Sondrio, che dopo la serata di domenica scorsa è stato sospeso in segno di rispetto per la morte di Vito. Ora, per onorarne la memoria, la manifestazione riprenderà secondo modalità e tempi che forse saranno comunicati nella giornata di domani.

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