
Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 03 Giugno 2017
Sondrio, si celebra la Repubblica: «Fieri di essere italiani»
Omaggio alla bandiera, la corsa e poi l’incontro in Provincia. Assegnate le “medaglie d’onore” e nominati i cavalieri e ufficiali al Merito.
“Res publica” la 71esima celebrazione della festa del popolo libero, in quel 2 giugno che rimanda alla data del referendum istituzionale del 1946. Solenne adunata nei ranghi per l’alzabandiera scandito dalla banda, mentre i bambini della scuola dell’infanzia “Bruno Munari” e della primaria “Bruno Credaro”, schierati sull’acciottolato dell’arengo di palazzo Martinengo, la mano sul petto, la coccarda tricolore sulla maglietta bianca, hanno cantato, un sol coro, quell’inno che unisce i credenti nell’italico suolo.
Compatti, composti, felici, col naso all’insù, hanno reso l’omaggio alla sacra bandiera che saliva in cima al pennone. Per tutti l’orgoglio di sentirsi italiani. Al prefetto di Sondrio, Giuseppe Mario Scalia, l’onore dello schieramento, mentre un lungo cordone umano seguiva il rituale della liturgia del ricordo.
Ed è stato proprio il prefetto, con un gesto riconoscente e commosso, ad avvicinarsi ai piccoli alla fine della cerimonia per un piccolo dono. In piazza Garibaldi si preparavano intanto alla corsa gli atleti per la tradizionale “Camminata della Repubblica”. L’azione si è spostata poi nella sala consiliare della Provincia gremita per il momento ufficiale scandito dalla lettura del messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha riaffermato i valori della coesione sociale e la sicurezza dei cittadini, rimarcando l’esigenza di contrastare le intollerabili piaghe del femminicidio, della violenza di genere, del bullismo, attraverso l’impiego degli strumenti di prevenzione previsti per legge, ma anche con iniziative di educazione e sensibilizzazione.
Concetti espressi anche dalla giovanissima “sindaca dei ragazzi” di Verceia, la dolcissima undicenne Asia Fascendini, al fianco del prefetto per l’occasione, che le ha augurato in futuro di gestire le sorti del suo paese, e ha scherzato ironicamente con il sindaco attuale invitandolo a guardarsi dall’agguerrita concorrenza.
Allo storico Bruno Ciapponi Landi il compito di presentare la cerimonia con il giusto tributo agli eroi talvolta dimenticati dell’ultima guerra, quei cittadini valtellinesi deportati ed internati nei lager nazisti. Militi impavidi destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. Eroi silenziosi che hanno speso i loro anni migliori sfidando la protervia nazista, soffrendo gli orrori immani della guerra, il freddo, la fame, la lontananza dai propri affetti, tornando per raccontare la loro infelice esperienza ai loro eredi. Affinchè i figli dei loro figli vivessero liberi.
Mille sofferte storie della grande storia, con un messaggio di pace e speranza. Le “medaglie d’onore” sono state assegnate a Pietro Casati e Giuseppe Signorelli, entrambi catturati all’alba caotica dell’8 settembre del 1943 e internati nei lager tedeschi. A ritirare il doveroso e simbolico riconoscimento, rispettivamente la figlia Piera per papà Pietro Casati, e le figlie Anna e Maria per papà Giuseppe Signorelli. Avidi di racconti i loro genitori perché le memorie della prigionia riaprivano ogni volta ferite corrose dal sale.
E infine, momento culminante della giornata, la consegna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana con la nomina ai neo cavalieri: il professor William Marconi, il professor Aniello (Nello) Colombo, il dottor Renzo Fallati e il signor Enzo Tirelli, mentre hanno ricevuto l’onorificenza di ufficiale dell’Ordine al Merito il professor Nemo Canetta, la dottoressa Daniela Cuzzolin e la professoressa Augusta Corbellini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA