Calcio / Sondrio e cintura
Lunedì 06 Maggio 2024
Sondrio in serie D, l’emozione di mister Bolzan e del presidente Rigamonti
Sono stati tre mesi e mezzo molto intensi, ma alla fine mister Ruben Dario Bolzan, subentrato alla guida del Sondrio a Fabio Fraschetti a metà gennaio ha compiuto la missione per la quale è stato chiamato, cioè portare il Sondrio in serie D. «Sono felice - ha commentato a caldo il tecnico dei biancazzurri -: devo dire grazie al presidente Michele Rigamonti, al direttore sportivo Christian Salvadori e al pubblico meraviglioso della Castellina. È davvero un piacere poter regalare loro la vittoria del campionato e la promozione in serie D. Quando sono arrivato eravamo terzi a -4 dal primo posto, oggi chiudiamo la stagione a +4 sulla seconda: significa che abbiamo fatto otto punti in più rispetto a chi avrebbe dovuto vincere il campionato».
Non è stato facile, vista la lotta serrata con il Mapello (e non solo) e il fatto di subentrare in corsa e a stagione in corso a un collega, cosa mai semplice per un tecnico: «Io mi riconosco il merito - ha proseguito mister Bolzan - di essere stato veloce nel capire le qualità e le caratteristiche dei giocatori che avevo a disposizione; loro sono stati bravi a venirmi dietro sin da subito e a credere a quello che proponevo loro. Dal mio arrivo abbiamo cambiato filosofia e metodologie di lavoro: non dico che siano state meglio o peggio delle precedenti, ho molto rispetto di chi ha lavorato prima di me, ma siamo stati bravi e abbiamo centrato il nostro obiettivo. Dedico questa vittoria al papà di un mio amico che è mancato nella giornata di sabato».
Il successo del campionato e la promozione in serie D sono arrivati grazie al 3-0 di ieri pomeriggio alla Castellina contro il Mapello: «All’inizio la squadra era un po’ contratta - ha ammesso mister Bolzan -, ma siamo stati bravi a sbloccare il risultato grazie a una giocata individuale. Loro attaccavano con tanti uomini e ci hanno costretto ad abbassarci, ma siamo sempre stati pronti a ripartire e il coraggio non ci è mai mancato».
L’emozione del presidente Michele Rigamonti
«Un sogno, una giornata bellissima. Tre anni fa siamo partiti e non avevamo neanche un giocatore, ora abbiamo vinto due campionati in tre anni. Sto vivendo un’emozione bellissima». Così il presidente Michele Rigamonti, sul campo della Castellina, ha sintetizzato le sue sensazioni nel giorno del 3-0 al Mapello, del successo del campionato d’Eccellenza e della promozione in serie D. Prima del match il patron biancazzurro ha passeggiato nervosamente sul campo da gioco, poi si è accomodato in tribuna, non prima, però, di aver salutato e accolto il presidente del Mapello al quale ha riservato una stretta di mano e un caloroso abbraccio e ha sottolineato come «specialmente per giornate così, comunque vada, il calcio è uno sport bellissimo».
Poi la partita, l’esultanza ai gol di Muletta e Martinez scattando in piedi e abbracciando la moglie Sara, seduta a pochi metri di distanza da lui: «Devo dire grazie ai miei familiari, a mia moglie, a mia sorella - ha voluto sottolineare Rigamonti -: mi sono stati sempre vicini anche se non è stato facile. In queste ultime settimane e partite l’ansia l’ha fatta da padrona ed ero sempre nervoso. Anche per questo alla fine della partita ho pianto e ho avuto questo sfogo: il calcio è una cosa bellissima e regala emozioni uniche».
Dopo l’intervallo, la tensione del presidente è durata solo un altro quarto d’ora, visto che il tris di Martinez e l’espulsione di Bertacchi hanno praticamente chiuso i giochi: i tifosi hanno dedicato cori e applausi al numero uno dalla società del capoluogo, lui ha ricambiato e poi si è concesso un caloroso abbraccio con Enrico Sonvico una delle anime del Grupp Sasela. «Per me il calcio è un’esperienza nuova - ha raccontato Rigamonti -: in questi tre anni tutti coloro che hanno lavorato sono stati importanti, sarebbe troppo lungo nominarli tutti e rischio di dimenticarmi qualcuno e allora cito per tutti il direttore sportivo Christian Salvadori. Solo chi ci lavora sa cosa c’è davvero dietro una società di calcio e una stagione così».
Al triplice fischio finale, insieme ai tifosi e ai giocatori (oltre che a mister Bolzan e ai dirigenti) il presidente Rigamonti ha festeggiato in campo indossando una maglia bianca con la scritta in azzurro “Destino” con la “D” maiuscola e la “I” a forma di trofeo. La stessa maglietta indossata da mister e giocatori, mentre il ds Salvadori ha vestito una maglietta grigia con la scritta “Sempre Davanti a tutti, mai Dietro a nessuno”. «Come dice la maglietta era destino - ha evidenziato Rigamonti -: la partita contro il Mapello avrebbe dovuto esserci già alcune settimane fa. Tre settimane fa tutto era cambiato a nostro vantaggio in un minuto, sette giorni dopo era tornato tutto come prima. I ragazzi sono scesi in campo con tanta voglia e devo dire grazie a loro e ai tifosi di Grupp Sasela e Boys Sondrio. I playoff per noi non erano nemmeno contemplati: basti pensare che i giocatori avevano già preso i biglietti per tornare a casa nei prossimi giorni».
Ora il Sondrio è pronto per tornare in serie D, ma serve l’aiuto e il sostegno di tutta la città, delle istituzioni e degli sponsor, visto che si alza il livello della competizione e dunque aumenta anche il budget necessario per affrontare la stagione. «Avevo promesso di portare il Sondrio in serie D nel 2026 e ce l’ho fatta con due anni d’anticipo - ha concluso Rigamonti -: ora aumenterà l’impegno e quindi c’è bisogno dell’aiuto di tutti e anche di alcuni sponsor se vogliamo continuare a competere. Acquisti per la serie D? Per ora festeggiamo, anche perché se ci penso ora mi torna l’ansia». Un messaggio, quello della necessità di essere sostenuto, che il presidente Michele Rigamonti aveva già rivolto a sponsor e istituzioni nel corso di questa stagione e che certamente non sfuggirà al sindaco Marco Scaramellini e a vari componenti della sua giunta (gli assessori Francesca Canovi, Michele Diasio e Simone Del Marco) che ieri hanno assistito alla partita dagli spalti della Castellina. Presente in tribuna anche il prefetto Roberto Bolognesi.
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