Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 04 Febbraio 2014
Sondrio, quei farmaci
che non si riesce a trovare
Il motivo? Semplicemente perché, grazie al controllo esercitato dall’Agenzia italiana del farmaco, sul mercato italiano questi medicinali hanno un costo più basso
La situazione è grave, e piuttosto allarmante.
Anche – anzi, soprattutto – perché è del tutto legale: confermato dal coro unanime delle farmacie interpellate in provincia di Sondrio, da Chiavenna all’Alta Valle, il fenomeno ormai da tempo denunciato in tutta Italia dell’irreperibilità talvolta cronica di alcuni farmaci specifici, non di rado classificati tra i “salva vita”, che costringe rivenditori e pazienti a tempi di attesa inaccettabili per la disponibilità di prodotti che le case farmaceutiche e la grande distribuzione tendono a riversare con il contagocce sul mercato italiano.
Il motivo? Semplicemente perché, grazie al controllo esercitato dall’Agenzia italiana del farmaco, sul mercato italiano questi medicinali hanno un costo più basso. «E le case farmaceutiche e chi distribuisce i loro prodotti preferiscono far prendere a tali farmaci la via del nord Europa, dove il loro prezzo è sensibilmente maggiore (fino a cinque volte il corrispettivo italiano, nda) e il guadagno più alto» spiegano dalla farmacia “Comunale 2” di piazzale Toccalli a Sondrio, dove si confermano gli effetti del doppio binario di mercato (il cosiddetto “parallel trade” che la legislazione sulla libera circolazione delle merci nell’ambito dell’Unione Europea rende perfettamente lecito e privo di regolamentazione) su farmaci di uso comune. Farmaci come Coefferalgan, Spiriva o Coaprovel, ma anche utilizzati nella cura di malattie gravi o degenerative, come anticoagulanti (Clexane), medicinali necessari nella terapia contro il Parkinson (Mirapexin) o prodotti centrali in caso di insufficienza cardiaca come il Lanitop.
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