Sondrio, la crescita ha perso un po’ di forza
Dati ancora positivi nell’indagine di Confindustria sui primi sei mesi dell’anno, bene il mercato interno. Gli imprenditori colgono però segnali di preoccupazione che si riflettono sulle attese per la seconda parte dell’anno.
L’economia lecchese e sondriese continua a crescere, anche se il piede è stato alzato dall’acceleratore. La ripresa continua dunque a manifestarsi con dati positivi, ma in modo meno deciso rispetto al secondo semestre dello scorso anno. C’è dunque da continuare a non abbassare la guardia per le aziende del nostro territorio: lo evidenzia l’Osservatorio congiunturale di Confindustria Lecco e Sondrio, che ha messo nel mirino tutti gli indicatori utili a leggere in modo approfondito le condizioni dell’economia locale.
Dunque, sui sei mesi che hanno aperto il 2018, i Centri studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como hanno rilevato un andamento sostanzialmente positivo, seppure col freno a mano un po’ tirato rispetto al periodo precedente. Gli indicatori riguardanti domanda, attività produttiva e fatturato hanno messo in evidenza un incremento su entrambi gli orizzonti temporali di riferimento. La variazione tendenziale, che si misura facendo il raffronto con i primi sei mesi del 2017, si attesta mediamente a +2% per le due province; sul fronte congiunturale, invece, il dato medio per i tre indicatori risulta superiore e pari a +3,3%. Un risultato positivo, ma al di sotto delle previsioni formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio (+3,5%). Anche gettando lo sguardo in avanti le ipotesi restano favorevoli. Nel caso delle previsioni sul secondo semestre dell’anno, le imprese indicano di attendersi una variazione media del +1,3% per quanto riguarda gli ordini.
Analoga alla domanda la situazione della produzione. Si rilevano infatti andamenti in aumento, anche se con un ritmo più contenuto rispetto al semestre precedente (dato tendenziale +1,2%; dato congiunturale +2,5%). Ci si aspettava infatti un incremento di 3,1 punti. Per la seconda metà dell’anno le imprese del campione prospettano invece un ulteriore aumento dell’attività del +1%.
Meglio il fatturato, che permette alle aziende di auspicare una crescita più consistente. Nei primi sei mesi del 2018 si è rilevata infatti una crescita moderata sia sul fronte tendenziale sia sul versante congiunturale. La variazione misurata rispetto ai primi sei mesi del 2017 si attesta a +1,8%, mentre il confronto con i livelli della seconda metà dello scorso anno mostra un incremento del +2,4%, al di sotto delle previsioni (+3,4%). Le ipotesi per il semestre luglio-dicembre 2018 confermano il quadro positivo esaminato per la prima parte dell’anno, attestandosi a +2,3%.
L’Osservatorio ha analizzato come sempre anche altri elementi, come il tasso medio di utilizzo degli impianti di produzione da parte delle imprese del campione durante il primo semestre, che rivela un impiego del 76% (il dato precedente era stato di 79,7 punti). Aumenta in modo consistente (per quattro realtà su dieci, il 42,5%) il peso del mercato interno, ma pure l’export continua a ricoprire un ruolo fondamentale nell’andamento delle nostre imprese, considerato il fatto che oltre un terzo (36,1%) indica una crescita.
La quota di fatturato generato oltre confine risulta pari al 37,6% del totale, a conferma della forte propensione all’internazionalizzazione delle aziende del territorio. I paesi dell’Europa Occidentale (19,7%) rappresentano la principale meta di destinazione dell’export, assorbendo oltre la metà del fatturato oltre confine; sono tuttavia importanti le vendite dirette in Est Europa (3,5%), nei Brics (3,1%), negli Stati Uniti (2,8%) e in Asia Occidentale (2,4%).
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