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Giovedì 23 Maggio 2013
Sondrio evita la super-Imu
Non ci sono case di lusso
Ventuno in tutta la provicnia. In città non è presente nessun immobile di lusso: almeno secondo i dati del catasto, nessun edificio del capoluogo è classificato nella categoria A8 (ville), A1 (appartamenti signorili) e A9 (edifici storici)
SONDRIOA Sondrio non è presente nessun immobile di lusso: almeno secondo i dati del catasto, nessun edificio del capoluogo è classificato nella categoria A8 (ville), A1 (appartamenti signorili) e A9 (edifici storici).
Per quanto questi dati possano sembrare strani, visto il patrimonio edilizio di Sondrio, questa mancata classificazione di immobili di pregio come tali e il fatto che, in alcuni casi, questi ultimi possano essere "nascosti" in classi catastali inferiori mette al riparo da una stangata dell'Imu.
Per le case di lusso, infatti, entro il 17 giugno bisognerà pagare l'acconto dell'Imu anche se si tratta di prima casa e quindi sborsare la metà di quanto già versato l'anno scorso.
E si tratta di cifre considerevoli, visto che per una villa l'Imu è ammontata in media a 13.149 euro se la villa stessa era abitazione principale e a 23.854 euro se non si poteva contare su un'imposta agevolata. Per un appartamento signorile l'Imu è arrivata in media, invece, a 8.995 euro in caso di prima casa e fino ai 16.244 euro senza agevolazione.
Queste cifre potrebbero salire ulteriormente visto che il Governo sta pensando di aumentare le tasse sui fabbricati di prestigio per compensare le mancate entrate dell'Imu sugli immobili di minor valore, attraverso un inasprimento delle aliquote o anche un prelievo patrimoniale.
Novità, quest'ultime, che, se lasciano tutti tranquilli nel capoluogo, vista l'assoluta mancanza (almeno a livello catastale) di immobili di prestigio, fanno invece tremare i proprietari dei 21 edifici di lusso sparsi sul territorio di Valtellina e Valchiavenna.
E l'eventuale aumento delle tasse sarebbe un rischio anche per la sopravvivenza degli immobili che rientrano nella categoria catastale A9, cioè quella degli edifici storici: spesso, infatti, si tratta di monumenti che danno lustro al territorio, ma che già di per sé hanno costi di manutenzione elevatissimi. Se a questi si aggiungessero anche ulteriori tasse, il rischio di abbandono e di conseguente decadenza sarebbe alto.
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