Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 29 Novembre 2024
Sondrio: dopo 72 anni chiude l’alimentari Spini di via Zara
Il negozio ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento per tante persone. I clienti avevano pensato a una raccolta firme per convincere Maria Grazia Spini, per tutti Grazia, a restare. Ma la decisione ormai era presa: «Ringrazio con il cuore tutte le persone che ci sono state vicine dimostrandoci un enorme affetto»
L’atmosfera è quella familiare delle botteghe d’altri tempi dove è possibile trovare di tutto, insieme a quattro chiacchiere e un sorriso, anche adesso che sugli scaffali sono rimaste poche cose, sostituite da targhe e fotografie, da fiori e regali che i clienti storici e gli abitanti della zona stanno portando. Ancora increduli, profondamente dispiaciuti. Già perché domani per il negozio di alimentari Spini di via Zara è l’ultimo giorno di apertura. Dopo 72 anni di attività ininterrotta, quaranta dei quali negli stessi locali in cui si trova adesso, prima negli spazi di fronte e prima ancora all’incrocio del Raia, le porte si apriranno per l’ultima volta.
Da domenica serrande abbassate e un vuoto non solo nel tessuto economico, ma in quello sociale del quartiere e della città. “Spini alimentari per tradizione” come recita una delle scritte in negozio ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento per tante persone, molte anziane. Con i prodotti alimentari freschi e in scatola, nella bottega ci sono infatti il pane fresco, cotto nel laboratorio degli spazi annessi a quello di vendita, e tutti i piatti di gastronomia preparati in giornata: gli gnocchi, i pizzoccheri del venerdì, le lasagne, ma anche le verdure scelte e cotte con cura.
I clienti avevano pensato a una raccolta firme per convincere Maria Grazia Spini, per tutti Grazia, che gestisce il negozio insieme al fratello Giovanni e alla mamma Emidia Martinelli, ma anche allo chef col monopattino Vittorio Fanoni che di anni ne ha 72, a restare. E’ stata la stessa Grazia a dissuaderli perché ormai la decisione è presa e indietro non si torna. «Dedicherò il tempo alla mia mamma» dice ricordando che Emidia che negli ultimi giorni ha aiutato a chiudere i conti dei clienti con il “libretto” (anche se adesso è semplicemente una scheda), seppure non li dimostri, ha 96 anni. E’ stata lei insieme al marito Olindo Spini a lasciare Villapinta per venire in città ad aprire la bottega nel 1952.
Il tentativo di mantenere vivo il negozio c’è stato. «Avevo provato a trasmettere l’attività a un cuoco originario dell’India - racconta Grazia - speravo che lui e la sua famiglia potessero portare avanti l’alimentari, ma non è andata bene». Poi ci sono stati alcuni abboccamenti con altre attività già presenti sul territorio, ma alla fine la difficoltà nel reperire il personale, soprattutto un cuoco che portasse avanti l’attività di gastronomia, ha bloccato ogni possibile tentativo. Il risultato è che oggi il negozio chiude.
«Non posso che ringraziare con il cuore tutte le persone che ci sono state vicine dimostrandoci un enorme affetto - dice Grazia con gli occhi azzurro cielo velati di commozione -. Mi aspettavo certo un ritorno in termini di calore e vicinanza dopo i tanti anni trascorsi dietro il bancone, ma quello che è successo va oltre ogni immaginazione. Tante testimonianze di affetto che mi hanno lacerato il cuore».
Un cuore già provato quello di Grazia dalla perdita del marito Paolo Formolli venuto a mancare qualche anno fa, con lui aveva immaginato di concludere l’esperienza lavorativa in bottega. Aveva lasciato il posto di lavoro come amministrativa per gestire l’attività con lui. Ma la vita segue i suoi disegni, raramente quelli che ciascuno di noi si prefigura. Nel 2012 l’alimentare Spini era stato insignito del riconoscimento di attività storica, allora sindaco era Alcide Molteni, la pergamena che ricorda quel giorno è ancora lì, appesa alle pareti.
«In questi giorni è stato davvero straziante - dice Grazia -. Ci hanno portato bigliettini, fiori, porta fortuna. Il rapporto con le persone mi mancherà, ne sono certa, ma adesso non era più possibile continuare». Tanti sacrifici per un’attività che apre alle 7 del mattino e alla sera non si sa mai esattamente quando consente di tornare a casa, che dà tanto in termini di rapporti umani, ma pretende anche molto a partire dal tempo. Domani sera un ultimo sguardo agli scaffali, al bancone e via. Da lunedì per Grazia si apre un’altra vita. Anche per i clienti, ma per loro un po’ più povera.
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