Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 23 Maggio 2016
Sondrio, box a Scarpatetti: «Si può rimediare con la mediazione»
La proposta: «Strada preferibile a quella del ricorso». L’iniziativa dei cittadini indignati con l’intervento per la costruzione dei posti interrati sotto il Masegra.
Sul caso di Scarpatetti sono pronti a presentare ricorso, ma prima chiedono al Comune di partecipare alla sperimentazione della “mediazione ambientale”, un progetto pilota della Camera arbitrale di Milano per risolvere le controversie in materia di ambiente.
La proposta è arrivata dai cittadini che nei mesi scorsi hanno contestato l’intervento effettuato a Scarpatetti dopo la costruzione dei box interrati nella zona del vecchio lavatoio, realizzati da un’azienda privata: nel mirino il ripristino del versante al termine dei lavori, che secondo un gruppo di residenti «deturpa» la conca ai piedi del Masegra. Lo scorso anno alcuni abitanti del quartiere hanno dato vita al “Comitato del centro storico di Sondrio Scarpatetti” per chiedere al Comune di far riportare l’area al suo aspetto originario, ricreando il declivio che esisteva prima dello scavo per i garage. Poi dell’argomento si è occupato in due occasioni anche il consiglio comunale, con un’interrogazione e una mozione presentati da Matteo Barberi del Movimento 5 Stelle.
Ora un cittadino ha deciso di promuovere questa nuova iniziativa, avvalendosi del progetto sperimentale attivato dalla Camera arbitrale di Milano che vede come partner, fra gli altri, la Regione, la Fondazione Cariplo e il Tribunale amministrativo regionale. Nei mesi scorsi, infatti, i cittadini si sono consultati sull’intervento e sull’attuale assetto dell’area anche con docenti del Politecnico di Milano, e l’esito di questo confronto «ha confermato i dubbi» in merito all’impatto dei “gradoni” realizzati dopo il ripristino sul paesaggio ai piedi di castel Masegra, come spiega Francesco Meago, promotore della richiesta di mediazione ambientale.
«In base alle normative, entro un certo periodo di tempo chiunque può impugnare l’autorizzazione paesaggistica, a difesa del bene tutelato “di notevole interesse pubblico” - spiega Meago -, quindi ho fatto la richiesta di mediazione al Comune, per provare ad attivare questa procedura e aprire un dialogo con l’amministrazione. Sarebbe una strada preferibile ad un ricorso, e anche un modo per far partecipare la nostra città ad un’iniziativa innovativa».
La sperimentazione punta, in pratica, ad “esportare” nel campo dei conflitti ambientali l’istituto della mediazione civile, introdotto per comporre le controversie arrivando ad un accordo amichevole fra le parti: fra gli obiettivi, «diffondere la cultura del dialogo e della partecipazione» e «risolvere alcuni conflitti ambientali attraverso soluzioni creative e concrete», come si legge nella presentazione ufficiale pubblicata sul web dalla Camera arbitrale di Milano. La prima risposta arrivata in questi giorni da palazzo Pretorio alla richiesta di mediazione ambientale è stata negativa, spiega Meago, «ma il legale a cui mi sono rivolto e il responsabile dell’organismo di mediazione hanno scritto nuovamente al Comune per chiarire alcuni punti, quindi spero che ci possa essere un esito positivo».
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