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Mercoledì 22 Maggio 2013
Soccorso sull'Everest da primato
Di Chiuro il pilota dell'elicottero
Orgoglio per la Valtellina e la provincia di Sondrio e, in generale, per l'elisoccorso italiano. Il pilota di Chiuro Maurizio Folini ha compiuto domenica scorsa un'operazione di soccorso senza precedenti sulle pendici del Lhotse, in Nepal
CHIURO Orgoglio per la Valtellina e la provincia di Sondrio e, in generale, per l'elisoccorso italiano. Il pilota di Chiuro Maurizio Folini ha compiuto domenica scorsa un'operazione di soccorso senza precedenti sulle pendici del Lhotse, in Nepal.
L'elicottero del bergamasco Simone Moro dopo due giorni di tentativi in volo ad altissima quota è riuscito a portare un soccorritore, Armin Senoner, al campo 3 della montagna, oltre i 7000 metri e a depositarvi una barella. Non solo: l'elicottero ha trascorso la notte al campo base dell'Everest - fatto mai accaduto prima - realizzando anche l'avviamento più alto del mondo.
La notizia ha fatto, in breve tempo, il giro del mondo e il nome di Folini e Moro è comparso su moltissimi siti che hanno elogiato l'abilità e la professionalità dei due italiani. I due hanno realizzato in questo modo l'intervento in long line più alto del mondo, ufficialmente a 23.000 e l'avviamento più alto di un elicottero a 5300 metri, dopo una notte passata al Campo Base dopo l'ultimo intervento serale di sabato.
«E' un successo di squadra incredibile ed impensabile - ha commentato Moro al sito Montagna.tv - realizzato da un elicottero italiano, il mio, un I-VIEW modello AS350 B3, che lavora sotto i disciplinari di Elicampiglio, e da un team tutto italiano in partnership con la nepalese Fishtailair».
L'operazione di soccorso - sempre secondo quanto si apprende da Montagna.tv - è iniziata sabato mattina, dopo che è arrivato l'Sos per soccorrere un alpinista taiwanese che si trovava a campo 4, quasi 8000 metri di quota, già da due giorni colpito da congelamenti e sfinimento. In giornata, il team italiano ha effettuato dei tentativi estremi per recuperare l'alpinista, senza purtroppo riuscirci. La sera, il mezzo non è riuscito a rientrare a Lukla a causa della scarsa visibilità e ha quindi dovuto fermarsi al campo base di Everest e Lhotse per la notte. Domenica mattina - effettuando un avviamento mai tentato ad una quota così alta - Folini è riuscito anche a portare il mezzo oltre i 7000 metri per depositare un uomo e una barella. «La gestione della potenza a quelle quote richiede una qualità ed una sensibilità molto alte - spiega Folini -. Va gestito anche il vento, la carenza di ossigeno, il movimento della corda, la comunicazione con il tecnico e con chi ti vede da lontano. Tutto insieme costituisce il lavoro del team in longline».
Moro aggiunge che Maurizio è davvero un fuoriclasse: «Le persone fanno la differenza, non la macchina. Per l'operazione di soccorso dobbiamo ringraziare anche Gianpietro Verza del comitato Evk2Cnr, che dalla Piramide ci ha dato supporto radio e ci ha fornito il caricabatterie per la notte passata al campo base». Purtroppo - va detto - l'alpinista taiwanese è poi deceduto Aveva raggiunto la vetta del Lhotse dove ha dormito per 4 ore, gli sherpa sono riusciti poi a svegliarlo e a convincerlo a scendere. Ha dormito fuori due notti, poi due notti in tenda a campo 4 ma nessuno lo ha portato giù. Gli sherpa sembra fossero esausti e la richiesta di aiuto è arrivata molto tardi, più di un giorno dopo. Poi tutti erano impegnati nelle scalate e non si è trovato nessuno disposto ad andare da lui e abbassarlo di quota.
Silvio Mevio, di Bormio, che conosce bene Folini, guida alpina e soccorritore del Soccorso alpino e speleologico, lo definisce un «drago» dell'elicottero. «Ce ne sono pochi come lui nell'arco alpino e quando si dice Folini tutti lo conoscono», aggiunge Mevio. Folini, sposato con due figlie, tiene alto l'onore della Valtellina nel mondo, ma è una persona «di grande umiltà, tranquilla, solare, sempre disponibile ad incontrare tutti - racconta Mevio -. È da poco che è in Nepal. Casualmente ad un corso di aggiornamento per guide alpine ha conosciuto Simone Moro, si sono "piaciuti" e Simone l'ha voluto al suo fianco come trainer. E' nata così questa join venture che li ha portati in Nepal ad effettuare soccorsi con elicottero».
Peraltro proprio in questi giorni Folini e Moro hanno recuperato la salma del russo Alexey Bolotov che, insieme all'alpinista Denis Urubko, loro amico, stavano aprendo una nuova via sull'Everest. Giorni di lavoro intenso questi - Mevio non è riuscito ancora a parlare con Folini, che però fra qualche giorno dovrebbe tornare in Italia - perché ricorrono i 50 anni della prima scalata e una marea di gente si trova su quelle cime per provare l'esperienza della scalata.
Folini collabora con la Fishtail - Air che, oltre ad effettuare soccorsi specifici di alpinisti e escursionisti in difficoltà, si occupa anche di aiutare la popolazione civile che vive in quelle vallate di montagna. Infatti non sono rari i voli con cui portare materiale necessario nei villaggi, offrendo ai nepalesi in difficoltà la possibilità di essere elitrasportati alle proprie abitazioni e a piccoli centri sanitari, risparmiando parecchie giornate di cammino (là infatti non esistono le nostre "comode" strade ed autostrade).
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