Cronaca / Lecco città
Venerdì 19 Marzo 2021
«Siamo in guerra
Vaccinarsi è giusto»
Il medico Pierfranco Ravizza, presidente dell’Ordine di Lecco, racconta di una situazione difficile con gli ospedali pieni. «Paghiamo anche l’effetto dei comportamenti di chi non ha seguito le regole. Il virus circola ancora molto»
Per il presidente dell’Ordine dei medici di Lecco Pierfranco Ravizza, non siamo stati bravi. Il contagio cresce molto anche a Lecco e gli ospedali sono pieni: «Quello che succede è sicuramente il risultato della circolazione di un virus che è più contagioso, perché rimane più “attaccato” alle persone. Non è di per sé un evento inatteso né più grave. Ma avere più malati, globalmente asintomatici, ma alcuni anche sintomatici, vuol dire avere più malati anche seri… ».
Lo scenario
La zona arancione, insomma, non è bastata: «A fronte del comportamento coscienzioso della stragrande maggioranza di noi, una fascia di popolazione consistente non è stata così coscienziosa; tanto da dover ammettere che non siamo inclini a rispettare le regole se non ci obbligano a rispettarle. Le misure attuali sono purtroppo necessarie. Stiamo dunque attenti al contagio aereo. È stato ribadito dagli organi ministeriali che si devono mantenere le distanze persino da chi si è vaccinato. Malgrado la vaccinazione sia l’unica arma risolutiva, anche averla fatta non garantisce dal non essere contagiosi per gli altri, anche se protetti dall’immunizzazione che ci eviterà sintomi di una certa gravità». Ieri è stata sbloccata la vaccinazione con AstraZeneca. Come convincere i più recalcitranti a farsi vaccinare?
«Il problema è che sicuramente noi ci facciamo influenzare dalle emozioni e da come le emozioni vengono trasferite - risponde Ravizza - . Laddove si dà enfasi a una notizia, senza che essa sia validata scientificamente, allora si dà un cattivo servizio».
Il caso AstraZeneca
Ma la scienza, almeno tramite i canali istituzionali, non sempre dice cose univoche. Tanto che le istituzioni sanitarie hanno fatto rimbalzare la palla fino all’Ema per non “sbucciare” loro la “patata bollente”.
«L’occorrenza di eventi statisticamente molto rari, ravvicinati, fa pensare che il giudizio di occasionalità sia sbagliato - risponde il medico - . Spesso è uno scherzo del caso, invece... Se arriva un terremoto grave, mediamente e statisticamente ogni cent’anni anni in Italia, e poi ne capitano due in un mese, allora siamo tutti tenuti a pensare che la statistica sia sbagliata… Ma non è così. Se poi non ne vengono più per altri cent’anni la statistica non cambia, ma capitano comunque casi come questi… E la gente si interroga. La scienza deve essere capace di rassicurare nei tempi e nei modi corretti».
Anche perché il commissario straordinario Figliuolo ha parlato addirittura di dare il vaccino al primo che passa, prima di buttarli via, in caso di mancate presentazioni alle sedute vaccinali: «Ma certamente. È lo stesso concetto dello spreco alimentare - è la risposta si Ravizza - . Meglio dare il cibo a chi, altrimenti, mangerebbe solo bucce di patate perché povero, che buttare in spazzatura il cibo in eccesso. Insomma, bisogna non sprecare i vaccini».
E chi si rifiuta?
Ma non c’è solo chi è impossibilitato a vaccinarsi per mille motivi (salute, lavoro, necessità…), ma anche chi lo rifiuterà per paura o per scelta. Su questi il presidente dell’Ordine dei medici è poco comprensivo. Anzi, tranchant.
«Mi dispiace, ma siamo in un periodo di guerra -conclude Ravizza - . E nei periodi di guerra non si guarda in faccia a nessuno. E anche quello che non fanno i titubanti, i preoccupati, gli ansiosi, rischia di incidere sulle speranze di guarigione o sul rischio di ammalarsi, di ciascuno di noi. Compresi i giovani, compresi quelli che restano tappati in casa, e quelli che non hanno fatto nulla per meritarselo. Pertanto è sicuro che chi è ansioso di farlo venga assolutamente preferito alla pletora di ansiosi di non farlo, questo benedetto vaccino».M. Vil.
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