Economia / Valchiavenna
Sabato 19 Maggio 2018
Si spalanca il cancello della Frisia
Primi lavori e fondi per 20 milioni
Piuro, un operaio alla guida di un muletto e giardinieri sulla strada che porta allo stabilimento. La nuova società punta al segmento dell’acqua in vetro - Ancora da definire le tempistiche.
Il cancello della fabbrica, finalmente, è stato riaperto. Il lucchetto che con il passare degli anni era diventato arrugginito è scomparso. Il piazzale non è più deserto. Sono riapparsi anche alcuni lavoratori. L’operaio alla guida di un muletto, ad esempio, e i giardinieri che ieri erano impegnati sulla strada che porta dalla statale 37 allo stabilimento per tagliare erbacce e piccole piante.
Dopo anni di vane attese e assenza di persone, osservando l’area della Frisia di Santa Croce di Piuro sembra giustificato l’ottimismo che segna le ultime due settimane. L’attività della società Wild waters ventures, che ha la sede principale a Parigi e management di rilievo internazionale, è pronta a investire per riportare sul mercato nazionale e soprattutto internazionale di altissimo livello l’acqua delle sorgenti Frisia, Bernina e Acqua degli angeli.
Sembra che la cifra messa in campo sia di 18-20 milioni di euro e che il segmento al quale si punta dagli uffici della dirigenza sia quello dell’acqua in vetro. Come si può osservare sul sito della società sono in arrivo nuove bottiglie, particolarmente curate nel design e destinate al consumo di privati e del settore della ristorazione. Tutta un’altra cosa, insomma, rispetto agli ultimi anni di attività della precedente gestione. Per le centinaia di casse vuote che attualmente sono depositate nel piazzale e sotto la tettoia non sembra esserci altra sorte che la piazzola per la raccolta del vetro.
Nessuno si sbilancia sulle tempistiche e il periodo annunciato sul sito è la primavera del 2019, ma si potrebbe brindare ben prima, forse già in autunno. Intanto anche i sindacati chiedono di saperne di più. Dalle segreterie provinciali di Flai-Cgil e Fai-Cisl sono partite due lettere, destinate all’ufficio del curatore fallimentare e alla sede di Assoimprese, l’organizzazione che ha avuto un ruolo importantissimo in quest’operazione. «Abbiamo telefonato in più occasioni allo studio che si è occupato negli ultimi anni della gestione della partita e, non avendo ottenuto risposte, abbiamo pensato di scrivere una missiva ufficiale - spiega Vittorio Boscacci, il sindacalista della Cgil che ha seguito la crisi di Frisia sin dall’inizio, con tanto di picchetti, scioperi, incontri e manifestazione alle sorgenti della Valle Aurosina -. Confidiamo molto nell’impegno della società e dell’organizzazione che hanno deciso di credere in questa realtà produttiva».
I sindacalisti, nei periodi più neri della crisi della società che dava lavoro a 17 fra operai e impiegati, avevano dialogato con varie società del settore e in più occasioni si era ipotizzata la necessità di un investimento di venti milioni di euro con l’obiettivo di riportare in tavola l’acqua di Piuro. Ora quello che sembrava un sogno sembra diventare sempre più realtà.
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