Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 19 Dicembre 2016
Sguardo al passato sulla scia di Merisio
Durante la festa degli auguri del Fai sono stati premiati i tre migliori progetti realizzati dalle scuole. Gli attestati agli alunni delle primarie di Poggiridenti e Triangia e ai ragazzi del Piazzi Perpenti di Sondrio.
Prendere coscienza del passato e del mondo contadino non significa riappropriarsi dello stile di vita di quegli anni che sarebbe improponibile e anacronistico. Significa, invece, evincerne i lavori e la dignità della persona per vivere meglio nella contemporaneità e nel divenire.
Il messaggio che il Fai ha voluto lanciare con la mostra di Pepi Merisio - sottotitolata, per l’appunto, “Uno sguardo al passato per vivere meglio il presente e programmare il futuro” - si è esplicitato nel tardo pomeriggio di venerdì quando, in occasione della Festa degli auguri della delegazione Fai di Sondrio, sono stati presentati e premiati tre dei numerosi progetti che le scuole della provincia hanno elaborato dopo la visita alla mostra fotografica sulla vita contadina negli anni Sessanta in Valle.
L’allestimento, che è stato portato in diverse località della provincia, è stato analizzato dalle scuole. Venerdì la fase conclusiva dell’iniziativa culturale con la consegna degli attestati alla scuola primaria Gianni Rodari di Poggiridenti, alla scuola primaria di Triangia e al liceo Piazzi Perpenti. Interessante la metodologia utilizzata dalle classi prima e quarta della scuola di Poggiridenti che, con l’ideazione e il coordinamento di Mariangela Gugiatti, hanno proposto uno studio sul tutoraggio. «Le classi hanno ripreso il concetto base della mostra dove si vedono tanti bambini che sono stati responsabilizzati - spiega Ida Oppici, responsabile eventi del Fai -. Difatti nella società contadina i bambini avevano spesso compiti di grande responsabilità, anche nel lavoro. Pertanto gli studenti di quinta hanno svolto il ruolo di tutori dei bambini di prima nell’analisi dei contenuti della mostra».
“Rielaboratorio di Genti di Valtellina” è, invece, il titolo del lavoro della scuola di Triangia. In questo caso le foto di Merisio sono state fotocopiate e sulle copie sono stati applicati dei lucidi, in modo che i bambini potessero rielaborare le immagini secondo il proprio sentire. Un lavoro nuovo che ha valorizzato il concetto del dentro e del fuori, ovvero «guardare una foto all’esterno suscita emozioni, attiva la fantasia tanto che, su questa foto, ognuno porta il suo sentire e la fa diventare come qualcosa di personalizzato. Dall’esterno entra nella foto - commenta Oppici -. Un altro lavoro è stato quello di riempire delle cornici: da un lato la foto degli studenti, dall’altro lato la foto degli stessi studenti che si immedesimano e si identificano con i personaggi vissuti negli anni Sessanta».
Infine i ragazzi del liceo hanno preparato interviste ai nonni affrontando, a seconda degli stimoli offerti dalle foto, diversi temi come famiglia, religione, lavoro rapporto fra genitori e figli. Gli studenti hanno approfondito così il concetto di foto come documentazione. In base all’immagine prescelta, le risposte dei nonni hanno fatto scoprire una storia o la storia.
«È risultato che le foto sono documenti reali di un mondo che i ragazzi non hanno conosciuto, ma di cui hanno trovato i testimoni», conclude Oppici, annunciando che dal passato ora si guarderà al futuro. Il nuovo progetto, per il 2017, sarà infatti “Prendiamoci la città”.
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