Tanti anni fa c'era un carosello ambientato sulla terrazza di un palazzo e un attore confrontava il ''bianco delle lenzuola'' e quelle lavate con un detersivo erano decisamente più bianche delle altre.
Quindi il confronto è fondamentale per la scelta. Per le prossime elezioni nessun leader vuole il confronto, solo Monti lo chiede. Bersani e Berlusconi non vogliono confronti a tre, temono di sdoganare Monti quale terzo contendente, Grillo non vuole confronti nemmeno con la stampa. I confronti televisivi sono riservati alle seconde file o terze dei partiti. Nemmeno Gesù rifiutava i confronti anzi li cercava o per lo meno non rifuggiva da essi.
Francesco Degni
Non scomodiamo Gesù per paragoni irriverenti, anche se nella contemporaneità politica circolano aspiranti profeti. I confronti li auspica chi ne immagina vantaggi, non chi ne teme danni. Il calcolo è semplicemente (cinicamente) questo, alla faccia dell'interesse (del diritto) degli elettori a conoscere per giudicare.
Bersani è in testa (gli ultimi sondaggi lo davano in testa e il pronostico anche) e non vuole correre il rischio d'inciampare in qualche risposta sbagliata ad alcune domande giuste. Berlusconi aborrisce il dibattito, prediligendo il monologo che non prevede interruzioni e meno che mai obiezioni. Potrebbero scaturirne imbarazzi. Grillo va più degli altri in tivù, ma dice di non volerci andare e gli fa comodo quest'aura di presunto martirio mediatico. Se ci andasse per dover dichiarare ciò che farebbe lui se eletto anziché solo ciò che non dovevano fare gli altri in passato, il suo carisma ne verrebbe scalfito. Rimane Monti. E rimarrà. Ad aspettare una sfida che ha non possibilità realistica di svolgersi.
Max Lodi
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