Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 07 Luglio 2013
Sezione «Primavera» in bilico
Chiesto un passo indietro
Il futuro della sezione Primavera porta scompiglio sui banchi della maggioranza: la voce critica è quella dei consiglieri comunali di Sondrio città ideale, che chiedono «un ripensamento» sul mancato stanziamento dei fondi «o quantomeno un confronto serio sulla questione, perché in queste condizioni non ce la sentiamo di votare il Piano per il diritto allo studio». Parola del consigliere Marco Racchetti, che durante la seduta di venerdì della commissione Istruzione ha espresso le forti perplessità del gruppo in merito alle scelte del Comune sulla sezione della materna di via Gianoli, che accoglie i bimbi a partire dai due anni.
Scelte fatte a dicembre, ha ricordato l’assessore Marina Cotelli, quando nel bilancio di previsione non sono state inserite risorse per la sezione Primavera: una decisione «non poco dolorosa», ha detto l’assessore, «perché in pratica significa condannarla alla chiusura, ma se non si raggiungono i 16 iscritti forse dobbiamo prendere atto che il bisogno a cui rispondeva questo servizio è cambiato».
Sulla questione, però, Sondrio città ideale chiede un confronto più approfondito, perché «smantellare un pezzo di scuola pubblica è un passo grave, che un’amministrazione di centrosinistra non può fare a cuor leggero», dice Racchetti. Insomma, per il gruppo la questione della sezione Primavera è «un punto critico» su cui discutere in dettaglio.
«Parliamo di una realtà che ha sempre funzionato – sottolinea Racchetti -, ha sempre ottenuto il massimo dei finanziamenti statali, ha sempre avuto più iscrizioni del minimo previsto, serve un’area che ha esigenze sociali particolari e in sostanza risponde alle famiglie che non riescono a pagare le rette del nido».
«La tutela del diritto allo studio e della scuola pubblica - sottolinea ancora - sono imprescindibili, quindi prima di fare un passo tanto critico è indispensabile discutere seriamente in commissione, confrontandoci con gli operatori sui dati». Da qui, quindi la richiesta: «Auspichiamo un ripensamento, o almeno un confronto serio sulla questione, che avevamo già posto in altre sedi».
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