
Cronaca / Lecco città
Mercoledì 29 Gennaio 2025
Settimana corta, dopo l’ok del Medardo Rosso contrari gli altri presidi lecchesi: «Serve tempo per studiare a casa»
Paola Perossi, dirigente scolastica del Leopardi: «Noi puntiamo su un progetto di qualità e gli studenti devono avere il tempo per studiare, per approfondire, e i docenti devono poter contare su alunni attenti. Inoltre molti fanno attività sportiva al pomeriggio e la settimana corta andrebbe a tagliare tutte queste occasioni, che non potrebbero poi concentrarsi al sabato»
Lecco
La proposta della settimana corta, adottata come scelta definitiva dall’istituto Medardo Rosso di Lecco, non sembra aver incontrato, per il momento, il gradimento di altri istituti scolastici superiori. Certamente non si farà al classico e linguistico Manzoni come ha spiegato la preside Maria Luisa Montagna. Una decisione che parte anche dalla considerazione che sono parecchi studenti che vengono da fuori e non avrebbero poi il tempo per studiare. «Da noi non è fattibile, i nostri licei hanno materie pesanti che richiedono attenzione in classe e studio approfondito a casa - spiega la preside Montagna -; per introdurre la settimana corta bisognerebbe rivedere l’intero sistema con la creazione di una mensa, la revisione degli orari dei mezzi di trasporti. Impensabile avere tutti i giorni sette ore o più, è improponibile. Proviamo a pensare agli studenti che abitano lontano da Lecco che già tornano a casa tardi con la settimana lunga, con più ore a scuola nel pomeriggio sarebbe impensabile».
C’è poi una questione da non sottovalutare legata all’orario dei docenti e del personale Ata, con la revisione dei contratti e la possibilità di numerosi contenziosi. All’istituto Bertacchi «al momento la settimana corta non rientra nei nostri progetti, non e ne è parlato, abbiamo però deciso di accorciare il sabato con uscita a mezzogiorno», spiega Camillo Mattavelli, docente referente per la comunicazione.
Niente sabato libero al liceo classico e scientifico, paritario, Leopardi. «L’attenzione alla sesta ora è già calante, con sette ore al giorno diventerebbe insostenibile e questo porterebbe ad una perdita di qualità dell’offerta formativa - rimarca la dirigente Paola Perossi -.Noi puntiamo su un progetto di qualità e gli studenti devono avere il tempo per studiare, per approfondire, e i docenti devono poter contare su alunni attenti. Inoltre molti fanno attività sportiva al pomeriggio e la settimana corta andrebbe a tagliare tutte queste occasioni, che non potrebbero poi concentrarsi al sabato».
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