Cronaca / Circondario
Martedì 13 Dicembre 2016
«Sempre convinti: con Bergamo
Il no alla riforma non ci ferma»
Il Comitato che punta al ritorno con la Provincia bergamasca continuala mobilitazione
La bocciatura della riforma costituzionale ha salvato le Province, ma il Comitato Val San Martino con Bergamo tira diritto: il ritorno all’antico sarà perseguito in ogni caso. Prosegue quindi la mobilitazione per il ritorno della Valle sotto le insegne di Bergamo.
È nutrita la “comunità” di cittadini che risiedono nel territorio calolziese e che vogliono tornare sotto le cure dell’ente provinciale bergamasco.
Lo hanno dimostrato sottoscrivendo numerosi la relativa petizione, depositata quindi nei diversi Comuni del comprensorio perché le amministrazioni comunali potessero operare tenendo conto dell’orientamento dei loro cittadini, quanto meno indicendo una consultazione popolare sull’argomento.
La vittoria del No dei giorni scorsi, in questo senso, non ha cambiato le carte in tavola. La riforma prevedeva, tra l’altro, l’abolizione delle Province e la costituzione delle Aree Vaste, spunto che aveva stimolato i nostalgici a iniziare a lavorare per il trasferimento sotto la competenza di Bergamo.
In quella fase, la prospettiva di vedersi trascinati con il resto del territorio lecchese in una nuova realtà aggregata a Como o Monza non entusiasmava i valsanmartinesi.
Ora i presupposti sono diversi, perché la Provincia di Lecco è sopravvissuta (anche se la prospettiva di eventuali fusioni non è definitivamente tramontata) ma il Comitato ha già fatto sapere che «proseguirà con determinazione nella propria azione per il riconoscimento della Val San Martino nel territorio bergamasco, ponendo sempre la massima attenzione all’operato delle istituzioni in tema di riorganizzazione della pubblica amministrazione in ambito provinciale e promuovendo opportune iniziative di consultazione popolare, per consentire alla cittadinanza di esprimersi democraticamente sugli argomenti che la riguardano».
In questa direzione proseguirà anche Torre de’ Busi, che ha già chiesto la modifica circondariale seguendo le prescrizioni di Costituzione e legge regionale lo scorso luglio ed è ora in attesa della decisione del Pirellone.
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