Alexis Charles de Tocqueville sosteneva che la democrazia porta un doppio rischio, cioè l'anarchia o la servitù: il timore dell'anarchia conduce gli uomini a gettarsi nelle braccia dell'autorità. La società democratica lascia il cittadino privo di mezzi davanti allo Stato, e lo spirito egualitario della società democratica conduce alla centralizzazione dello Stato. Da qui viene il pericolo del dispotismo. In una società come la nostra, priva di timone e timoniere, viene rafforzandosi la tendenza a gettarsi nelle braccia del totalitarismo, dei generali e dei militari. Questo è quanto di più assurdo dobbiamo fare: perdere la speranza, che le istituzioni rappresentano per noi, di conservare le libertà fondamentali del cittadino.
Giuseppe Gervasi
Più che un Paese in cui circola la pulsione verso un generale magico, siamo un Paese dove regna l'amore verso il particolare magico. Il particolare magico è ciascuno di noi: i suoi interessi, la sua indifferenza, il suo egoismo. Ce ne dovremmo spogliare vincendo il pudore suggerito dall'astuzia individualista, e non limitarci a spogliare con inflessibile rigore i difetti altrui. Se una società va male, le colpe sono diffuse e non limitate. Personali e non di massa. I responsabili molti invece che pochi. L'anarchia una scelta, più che un caso. Le servitù una pigrizia, non solo un'imposizione. La democrazia è fondata sulla responsabilità, e proprio per la mancanza della responsabilità sembra talvolta non essere una democrazia. Sembra invece una dermocrazia, qualcosa che dà il prurito e che ci lascia soli a grattarci i nostri problemi. È una malattia difficile da curare, ma non impossibile da prevenire: basta riconoscerla.
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