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Lunedì 01 Febbraio 2010
Se ne andava 50 anni fa
faccia da schiaffi Buscaglione
Era il 6 febbraio 1960: sono passati 50 anni da quando Ferdinando Buscaglione è stato estratto esanime dalle lamiere della sua Ford Thunderbird tutta rosa per spegnersi rapidamente, molto prima di arrivare all’ospedale...
Era il 6 febbraio 1960: sono passati 50 anni da quando Ferdinando Buscaglione è stato estratto esanime dalle lamiere della sua Ford Thunderbird tutta rosa per spegnersi rapidamente, molto prima di arrivare all’ospedale. Chissà come ci racconteranno questa storia quando la vedremo, trasformata in fiction, titolo, originalissimo “Che bambola!”, nel ruolo principale Filippo Timi, che fa ben sperare. Ma che non ci vengano a dire che il personaggio era uguale alle sue canzoni, quelle che si faceva “sceneggiare” da Leo Chiosso (per inciso autore anche di “Parole, parole”, da cui l’innocente sogno iniziale), che era un uomo circondato dalle bionde platinée, che ne aveva combinate di cotte e di crude, che correva come un pazzo sulla sua auto sportiva americana, naturalmente ebbro di bourbon di marca. Era un musicista, Buscaglione, un signor musicista: di quelli che suonano qualsiasi strumento si ritrovino per le mani, dalla tromba al contrabbasso, dal pianoforte all’amatissimo violino, uno serio, uno che veniva dalla gavetta, un capo orchestra di prima categoria capace di guidare i suoi Asternovas dal tango al mambo passando per gli evergreen del musical (che non erano ancora così “ever”), ai classici della canzone italiana (che non erano ancora così classici), ai lenti da far ballare guancia a guancia anche se, naturalmente, il pubblico lo associava a quei pezzi da mascalzone, da Clark Gable fuso con Bogart in qualche vicolo della sua Torino. Amori? Uno, fondamentale, quello per Fatima Ben Embarek, ribattezzata Fatima Robin’s mentre Ferdinando diventa Fred. Forse non l’unica ma la sola in grado di fargli davvero girare la testa fino all’altare: corroso dalla gelosia (lei era cantante, ballerina e contorsionista e, sicuramente, non passava inosservata) riuscì a farsi piantare ma, pochi giorni prima del fatale incidente, stavano per tornare assieme. Non aveva il whisky così facile come amava far credere né era particolarmente spericolato al volante: anzi, fu proprio un sorpasso maldestro e tardivo a costargli la vita a soli 38 anni (anche se l’aria sciupata da duro lo faceva sembrare molto più maturo). Più che sulla fiction puntiamo sulla biografia in uscita firmata da Giancarlo Susanna anche se il commovente omaggio dell’amico Chiosso, “I giorni di Fred”, che comprende anche tutte le apparizioni televisive, può bastare. E lui ci guarda da lassù, dal cielo dei bar.
Alessio Brunialti
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