Sabato a Busalla ,vicino a Genova, una famiglia, padre italiano, madre domenicana, è stata intossicata da un braciere, acceso per scaldare i componenti, vittime della crisi economica . Infatti il padre aveva perso il lavoro a seguito della chiusura della ditta per cui lavorava: la ditta aveva licenziato i lavoratori e smesso di pagare affitti e bollette ai suoi trasferisti. E l'azienda del gas aveva chiuso il contatore. Anche questa morte innocente di una bambina è segno di una crisi economica ogni giorno presenta, aggiorna, il suo drammatico conto fatto di nuove povertà, disoccupazione , suicidi di piccoli imprenditori oberati da crediti / debiti insoluti, suicidi di operai disoccupati o cassaintegrati con famiglia e senza prospettiva per i propri figli. Altro che «La crisi non esiste », « chi dice che la crisi esiste e' antitaliano» (Berlusconi ), «nessuno sarà lasciato solo» (Tremonti ) e via dicendo. La crisi esiste e si manifesta anche con tragedie che assumono drammaticamente vari aspetti, come quella di una bambina di tredici anni che muore, di sua madre e della sorellina che lottano contro la morte per le esalazioni di ossido di carbonio. In Italia ci sono persone che vivono di superfluo, altre che fanno di questo il loro miraggio di vita, ma c'è gente che muore per una bolletta non pagata.
Andrea Bagaglio
Pochi giorni fa Tremonti, in un dibattito televisivo, ha convenuto sull'esistenza della crisi. E non poteva non convenire. Poi ha spiegato come, secondo lui, se ne potrà uscire. Questo per dire che la difficoltà della situazione è nota, e farebbero meglio i colleghi di Tremonti a dedicarle ogni sforzo invece di discutere d'improbabili riforme costituzionali e d'azzuffarsi in beghe di partito. La politica proprio nei giorni scorsi s'è dimostrata distante, molto distante, dai problemi veri del Paese, che una tragedia come quella di Busalla ha ricordato nella loro purtroppo concreta drammaticità. Ma che ogni accidente della quotidianità sia direttamente imputabile alla crisi economica e a chi è chiamato a fronteggiarne gli effetti, mi pare eccessivo. Gli accidenti sono accidenti. A meno di non voler applicare al governo di turno il principio della responsabilità oggettiva: tutto ciò che di negativo accade nel Paese va addebitato in ultima analisi a chi del Paese regge le sorti. Regge davvero un'analisi di questo tipo? La si è sempre adottata? Ne sono state tratte le conseguenze? Prima c'era chi non viveva del superfluo e adesso sì? O non è superfluo dire che i miraggi sono senza epoca e le povertà idem?
Max Lodi
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