Cari concittadini, mi rivolgo ancora una volta a voi direttamente con schiettezza, essendo il primo a volere e pretendere chiarezza sulla questione del Centro Sportivo Al Bione.
Non è un momento facile, va detto, perché via via la matassa si è aggrovigliata sempre più e per dipanarla non basta la volontà di una persona, fosse anche il sindaco. Magari bastasse quello!
Arrivo a condividere l’opinione di chi ha suggerito l’equazione “Bione chiuso - Giunta a casa”. Almeno sul piano politico, le cose stanno così.
Sono ottimista sulla soluzione del problema, perché i margini per porre rimedio a questa vicenda, che tocca da vicino migliaia e migliaia di persone, ci sono. Personalmente, mi sento coinvolto come amministratore sì, ma anche come genitore e sportivo e se il Bione dovesse chiudere sarei anche io in prima fila a protestare davanti agli impianti.
Purtroppo, siamo davanti a un caso nel quale, anche per responsabilità che devono essere accertate, si intrecciano profili giuridici, amministrativi e tecnici che non sempre guardano nella stessa direzione. In questi giorni, ho fatto appello a tutti i soggetti interessati alla vicenda, perché ad eventuali carenze non si aggiunga l’errore irreparabile della chiusura di quello che è un bene primario per la collettività.
Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, l’aggregazione sportiva, che trova la sua massima concentrazione proprio al Bione sia in termini di associazionismo sia per i singoli cittadini, è un valore che va ben oltre le ore passate sui campi da gioco o in piscina.
Lo sport fa parte a tutti i livelli della formazione della persona, soprattutto dei giovani, e non va trattato come spesso accade come una “cenerentola” nella crescita individuale.
Parlando poi della struttura, lasciatemelo dire, una delle più belle dell’intera Regione, vorrei ricordare come in questi anni il Bione sia stato migliorato in fatto di sicurezza con interventi che hanno riguardato, ad esempio, gli impianti elettrici e meccanici, l’eliminazione dell’amianto, il rinnovo della certificazione cementi armati della piscina e altro ancora.
Ma questa vicenda è anche l’occasione per chiarire i diversi compiti tra amministratori e dirigenti. Qualcuno strumentalizza, e ci sta pure nel gioco delle parti, ma io faccio il sindaco, non il mister di una squadra di calcio. Non posso cambiare formazione a seconda del problema che ci si presenta. E a chi invoca una gestione aziendalistica, ricordo che il Comune è un’azienda “speciale”, che deve sottostare a precisi meccanismi che vanno ben oltre il pressapochismo che spesso si affianca alle polemiche, alimentandole pericolosamente.
Senza retorica, dico che il Comune è la vostra azienda e io sto lavorando e continuerò a lavorare minuto per minuto alla ricerca di un epilogo favorevole, da cui continuare in quell’attività intensa che stiamo portando avanti con determinazione su molti fronti già avviati.
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