Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 08 Novembre 2018
Sciatt à Porter, sfida vinta: «Da Milano a Innsbruck»
Quinto compleanno per Sciatt à Porter, il ristorante bistrot valtellinese che in questi cinque anni ha dato lustro alla Valtellina. Nell’ottobre 2013 aveva aperto i battenti come una scommessa, portare nella città di Milano la cucina valtellinese con una filosofia da street food e incentrata sulla qualità. Obiettivo raggiunto, se pensiamo ai tanti clienti del locale che in questi anni hanno mangiato da Sciatt à Porter, oltre ai numerosi premi e alle attestazioni ricevute.
«Sono molto orgogliosa di essere riuscita a portare un’immagine positiva della Valtellina fuori dai confini provinciali, sono le persone a identificare il nostro locale come un’esperienza autentica e tipica- spiega la titolare Emma Marveggio- anche se credo che non sia avvenuto nulla per caso, alla base ci sono delle logiche di sviluppo e di marketing che ci hanno consentito di farci riconoscere in una concorrenza molto agguerrita».
Un’ambasciatrice della Valtellina, anche se Emma Marveggio non ama questa definizione che le hanno affibbiato i suoi tanti estimatori, piuttosto le piace sottolineare la capacità di fare da aggregatore della sua creatura. «Siamo in grado di fare rete e di avere delle connessioni con imprese e soggetti che fanno della qualità una mission. Qualche settimana fa sono stata invitata a Innsbruck per parlare della nostra esperienza all’interno del progetto AlpFoodWay, che ha l’obiettivo di promuovere il patrimonio culturale alpino attraverso la valorizzazione delle tradizioni alimentari. Dobbiamo renderci conto che abbiamo delle potenzialità in grado di portare la Valtellina ad essere riconosciuta nel mondo. Abbiamo degli ottimi vini a base di nebbiolo, dei formaggi straordinari che valorizzano l’arte casearia, dei salumi unici, dei piatti tipici ben riconoscibili, non ci manca davvero niente. Il mio motto è che bisogna generare domanda e smettere di descrivere l’offerta».
E sicuramente questo da Sciatt à Porter sono stati in grado di farlo al meglio in questi cinque anni, dal premio come miglior Street Food del Gambero Rosso, al faccino radioso di Golosaria dove è una presenza immancabile per citare qualche esempio, anche se i complimenti più belli per Emma Marveggio sono quelli dei suoi ospiti, soprattutto di chi non conosce ancora la Valtellina. «Quando i nostri ospiti ritornano da un viaggio in Valtellina che hanno scoperto perché incuriositi da noi è davvero una grande soddisfazione. Io non vengo da questo settore, mi ricordo una volta quando mi sono ritrovata sul palco in una tavola rotonda con il grande Gualtiero Marchesi ero davvero emozionata perché in poco tempo con Sciatt à Porter avevamo creato qualche cosa di unico da raccontare. Sembra ieri quando alzavamo le serrande, abbiamo scelto il timing e la zona giusta, quella dei grattacieli di Porta Nuova di una città che stava cambiando pelle, in mezzo l’Expo e un grandissimo fermento per Milano, come per tanti è stato un ottimo traino anche se ora bisogna concentrarsi su altri sviluppi continuando a fare bene le cose che già sappiamo fare».n
Ma.Bor.
© RIPRODUZIONE RISERVATA