Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 18 Dicembre 2013
«Schiamazzi, siamo
ormai sotto assedio»
La protesta dei residenti della zona tra via Pretorio e Malacrida a Morbegno contro la movida - «Basterebbe applicare un briciolo di buon senso e far chiudere i locali notturni a mezzanotte»
«Viviamo sotto assedio, tutti i fine settimana, perché questo Comune ha deciso che la quiete pubblica è meno importante degli interessi economici, mentre basterebbe applicare un briciolo di buon senso e questa situazione si risolverebbe da sola».
Così si esprime Adriano Angelini, ex insegnante in pensione, filosofo, regista e attore dilettante con la sua “Compagnia del Drago”, che nei giorni scorsi è stato in delegazione dal sindaco Alba Rapella insieme ai suoi vicini di casa, tutti residenti tra via Pretorio, il rione San Rocco e via Malacrida che da settimane hanno alzato l’asticella della protesta contro gli schiamazzi notturni. «La soluzione che taglierebbe finalmente la testa al toro è una sola - spiega - anticipare la chiusura dei locali notturni a mezzanotte o all’una, com’è nello stile anglosassone. Le serate del divertimento comincerebbero e finirebbero prima e credo che questo farebbe passare notti più tranquille anche ai genitori dei ragazzi, costretti ad aspettare i figli fino all’alba, e renderebbe più tranquilli anche noi residenti che abbiamo il sacrosanto diritto di riposare la notte e non di subire il chiasso che fanno altri».
E Angelini lancia un’altra proposta: «In molti centri urbani i locali pubblici sono stati spostati fuori dai nuclei storici proprio per evitare che ci fossero questi problemi di difficile convivenza e allora perché non offrire ai gestori di questi pub il polo fieristico che ora è sottoutilizzato, e potrebbe prestarsi per questo tipo di destinazione?».
A Morbegno i pub più alla moda e più frequentati dai giovani sono concentrati entro il raggio di poche centinaia di metri. Il divieto di fumare all’interno dei locali esaspera il problema, visto il formarsi di capannelli di avventori che si concedono la fumatina e intanto, chiacchierano, incuranti che sopra le loro teste, la gente vuole riposare. «Con la legge 214 del 2011 si è introdotta la completa liberalizzazione, anche sugli orari di apertura degli esercizi - insiste ancora il morbegnese - favorendo le attività commerciali, trascurando però gli effetti che questo avrebbe portato nei già precari equilibri di civica convivenza nelle nostre città. E adesso siamo noi cittadini, a dover produrre le prove di quanto è sotto gli occhi di tutti, dobbiamo registrare l’inquinamento acustico nelle nostre case, fare video per denunciare le risse e gli atti vandalici, mi pare che in questo modo si siano svuotate completamente le funzioni del Comune, che abdica alla sua sovranità, al controllo sul territorio e sui suoi cittadini».
Secondo Angelini, ma l’opinione è condivisa anche da altri residenti, aumentare i controlli nelle zone sensibili non basta: «serve un cambio di rotta culturale, che dovrebbe coinvolgerci tutti: amministratori, famiglie e semplici cittadini. Tutti siamo stati giovani e ci siamo divertiti, ma un tempo c’erano le regole, c’era forse un maggior rispetto dell’altro, adesso tutto si giustifica in nome del Dio soldo e a farne le spese è la quiete pubblica, la sana e tranquilla convivenza delle nostre città». A sostegno della sua tesi, il morbegnese porta anche alcune sentenze del Tar,.
Tra queste quella del tribunale amministrativo regionale del Veneto, la numero 1071 del 2009, nella quale veniva fatto prevalere il diritto della quiete pubblica sugli interessi economici dei gestori dei locali. n
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