Cronaca / Lecco città
Martedì 12 Gennaio 2016
«Sarà un anno difficile
Crescita insufficiente»
I timori dei sindacati legati al prezzo del petrolio
«In difficoltà le imprese che producono flange e valvole»
Il 2016 sarà «un anno di crescita insufficiente per dimensione e senza effetti significativi per l’occupazione». Ad affermarlo in relazione anche alla situazione lecchese è il segretario generale della Cgil Wolfango Pirelli, in un sentiment condiviso anche dal segretario della Cisl Giorgio Ciappesoni secondo cui «quest’anno parlare di crescita sarà ancora molto difficile».
A preoccupare è quel calo del prezzo del petrolio che, se da un lato dovrebbe incoraggiare i consumi, dall’altro, afferma Ciappesoni, «sta già mettendo in difficoltà tante nostre imprese che producono flange e valvole per l’oil&gas. Se da un lato è vero – aggiunge – che segnali positivi arrivano dall’automotive, gli stessi vanno messi a confronto con quanto si continua a perdere in altri comparti. Certo, le aziende più innovative esportano e vanno meglio, ma una vera ripresa deve coinvolgere un intero sistema. E infatti, vedo molta cautela nell’investire nuove assunzioni».
«Continuano ad esserci – afferma Pirelli - settori colpiti in modo drammatico, come l’edilizia e parte della sua filiera, in un’Italia che cresce meno della metà della media europea non tanto per la crisi quanto per un lungo processo di declino iniziato anni prima del 2007 come mostra uno studio dell’Unione europea di questi giorni. Lecco – aggiunge – è forse la realtà più dinamica rispetto al quadro nazionale, ma risente di una serie di fattori generali e locali, fra cui l’indebolimento istituzionale sui temi del lavoro, che deriverà dai tagli delle Province. Abbiamo prova che, quando il quadro nazionale era orientato a dare risposta, Lecco - conclude - ha potuto dotarsi del campus universitario utile anche sui temi occupazionali».
E proprio sull’occupazione ci sono le preoccupazioni maggiori. «È vero – spiega Ciappesoni – che entro fine anno erano ancora in essere gli sgravi della scorsa legge di stabilità, per cui qualche assunto in più c’è stato. Ma rapportato alle uscite dal lavoro, è poca cosa». Ora, per i prossimi due anni, gli sgravi, quelli del jobs act, «si ridurranno al 40%», e a proposito di un recente studio nazionale della Uil sul jobs act Pirelli afferma che «a fronte di 25mila euro di sgravi concessi dallo Stato per ogni assunto nel 2015 ora sappiamo che non c’è proporzione con l’esiguità delle assunzioni. E questo è un punto politico».n
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