Santa Maria Hoé: "La Bessel
riveda la decisione di chiudere"

La direzione del gruppo "Candy" ha incontrato i dirigenti del ministero delle Attività produttive, essendo stata convocata insieme al sindacato, all'amministrazione provinciale e regionale, per spiegare come mai abbia deciso di licenziare 204 persone e delocalizzare l'attività in Oriente.

g.morassi

SANTA MARIA HOE' - "Una strategia sbagliata", con queste parole Giampietro Castano, dirigente del ministero per lo Sviluppo Economico, si è messo di traverso al progetto della Candy che consiste nel trasferimento in Cina dell'attività produttiva dello stabilimento Bessel di Santa Maria Hoè con l'obiettivo di contenere i costi. L'azienda ha incontrato i dirigenti del ministero, essendo stata convocata da quest'ultimo insieme al sindacato, all'amministrazione provinciale e regionale, per spiegare come mai un'azienda sana abbia deciso di licenziare 204 persone e delocalizzare l'intera attività in Oriente. Nonostante il Governo e le amministrazioni non abbiano alcun potere decisionale sulle strategie aziendali di Candy, Castano ha chiesto all'azienda di elaborare un piano industriale alternativo alla chiusura, sostenendo che le multinazionali non possono continuare a trarre ricchezza dai territori e lasciarli per speculativi calcoli economici. L'azienda ha spiegato le motivazioni - di carattere economico - della chiusura, sostenendo che la Cina consente un netto risparmio di costi di produzione della lavastoviglie rispetto all'Italia. Candy in Cina ha già realizzato un accordo di partnership con un terzista in grado di assemblare a costi inferiori, tali da consentire all'azienda di riequilibrare le perdite accumulate in questi anni sul segmento lavastoviglie. "Nel corso dell'intervento - raccontano i sindacalisti Diego Riva della Cgil ed Enrico Civillini della Cisl -, i vertici aziendali, consci del fatto che negli ultimi anni hanno dismesso 3 siti produttivi, hanno tentato di rassicurare i presenti circa la volontà di mantenere in Italia il centro decisionale, di progettazione, di ricerca sviluppo e di controllo delle varie catene produttive, di cui la maggior parte allocate all'estero, eccezion fatta secondo l'azienda per la casa madre", ovvero il sito produttivo di Brugherio che si trova in provincia di Monza Brianza. L'immediata replica sindacale, affidata alle segreterie nazionali ed articolatasi in diversi interventi dei sindacalisti territoriali e delle Rsu aziendali, ha cercato di mettere in evidenza "le nette contraddizioni di questa strategia aziendale, che intende delocalizzare produzioni in Estremo Oriente, destinate a fare ritorno in Europa (e in Italia) per essere vendute. Si sceglie la Cina non per mancanza di commesse e di mercato, ma solo per ragioni di carattere economico, in totale spregio alla difesa del Made in Italy". Da qui la richiesta da parte del ministero di rivedere la propria impostazione, aprendo un confronto per cercare di una soluzione che preveda il mantenimento e lo sviluppo dei due siti produttivi del gruppo Candy rimasti in Italia. Il ministero dello Sviluppo Economico, accogliendo una specifica richiesta formulata dalle segreterie nazionali, ha confermato l'apertura di uno specifico tavolo sul settore elettrodomestico, affermando inoltre che la vertenza Candy - Bessel è solo l'ultima in ordine di tempo apertasi nel settore.

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Venerdì 10 Giugno 2011

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