
Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 10 Luglio 2019
Santa Caterina prova a rialzare la testa
L’emergenza Ruinon. Grazie alla bella giornata, ieri in tanti hanno partecipato all’Enjoy Stelvio National Park. «Confermato il corso di medicina di montagna nel fine settimana al rifugio Casati, ma è dura lavorare così».
Col bel tempo e col sole tutto sembra più bello anche se, a Santa Caterina Valfurva, rimangono i disagi e le preoccupazioni. Ieri, complice una discreta giornata di sole e l’Enjoy Stelvio National Park, il paese è sembrato un po’ più “vivo” e, per un attimo, è stata in parte dimenticata la spada di Damocle della frana del Ruinon. La strada provinciale del Gavia, nel tratto da Sant’Antonio a Santa Caterina, rimane infatti aperta in due finestre orarie giornaliere, dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21; dalle 11 alle 17, invece, stop al transito e viabilità alternativa lungo la strada di emergenza attraverso un servizio di navette gratuito, messo a disposizione dal Comune per le esigenze urgenti, unitamente alla possibilità, per gli autorizzati, di percorrere la pista forestale con mezzi a trazione integrale.
I disagi ci sono, chiaramente, come pure le pesanti ripercussioni sul turismo lamentate dagli albergatori di Santa Caterina Valfurva e dai tanti rifugisti in quota. Le disdette ci sono state, continuano e lavorare non è facile – come del resto anche amministrare in questo periodo di emergenza – sapendo di avere personale assunto e fornitori da pagare. Una positiva parentesi, ieri, è stata rappresentata dalla giornata “green” promossa e fortemente confermata per volontà del parco nazionale dello Stelvio per permettere a ciclisti e pedoni di divertirsi sulla strada del passo Gavia senza motori. «Èstata una bella giornata – ha fatto sapere il presidente della ProLoco Turismo Alberto Pedranzini -. Il messaggio legato all’iniziativa è stato recepito bene: c’erano parecchi stranieri». Sul fronte danni subiti sinora dagli operatori, Pedranzini, che nei giorni scorsi si è fatto portavoce delle difficoltà delle strutture ricettive di Santa Caterina, sottolinea che «è troppo presto per fare una stima, ma le disdette ci sono state. Al momento non ci sono novità. La preoccupazione è tanta, anche e soprattutto per i danni d’immagine futuri che ci porteremo sicuramente dietro».
«Quest’anno il passo Gavia - ha evidenziato un rifugista – è stato aperto (causa troppa neve ndr.) alcuni giorni dopo rispetto al previsto, come pure lo Stelvio. Ora ci troviamo con una strada aperta a singhiozzo e senza il passaggio di tanti escursionisti; chi non era mai stato in Valfurva ha preferito rinunciare appena saputo del movimento franoso». Tante disdette ma anche una positiva conferma, per il prossimo fine settimana, per il corso di medicina di montagna dedicato agli universitari, al rifugio Casati a 3269 metri di quota. «Abbiamo una cinquantina di partecipanti – sottolineavano ieri -. Siamo riusciti a confermare il tutto e a concentrare gli arrivi dal passo Gavia. Non è facile, però, lavorare così. Se fosse per gli arrivi da S.Caterina, sarebbe davvero un disastro. Noi siamo, per così dire, “fortunati”, per gli arrivi da Solda o dal Gavia. S.Caterina, però, è desolante».
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