Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 21 Maggio 2015
«Sanità di montagna, serve autonomia»
Risorse necessarie, ma non sufficienti perché «per far funzionare al meglio la sanità di montagna il punto fondamentale è l’autonomia gestionale».
Ne sono convinti gli esponenti provinciali del Partito democratico che sul delicato quanto attuale tema hanno organizzato un convegno per sabato 30 maggio a Morbegno rivolto principalmente agli amministratori locali.
«Vogliamo dare un contributo fattivo rispetto alle norme che stanno venendo avanti in Regione - sottolinea il segretario provinciale del partito Salvatore Ambrosi - in modo che possano garantire alla nostra provincia prestazioni giuste e di qualità tenendo presente che il nostro è un territorio particolare». Una particolarità che, ricorda Ambrosi, è stata riconosciuta per legge. «Adesso siamo nelle condizioni di potere declinare in pratica l’enunciazione della specificità - sottolinea -, ricordando che i problemi della sanità che ci sono in tutta la regione qui hanno un impatto diverso: sono più costosi, ma soprattutto necessitano una gestione diversa da altri territori».
Una prospettiva differente che va innanzitutto sotto il nome di autonomia, «di cui però - ammonisce Marco Tam, responsabile del tavolo sanità e welfare del Pd provinciale - nessuno parla. Non il maxiemendamento del presidente Maroni, quello che ha provato a fare sintesi tra le posizioni diverse emerse in maggioranza, non il documento sull’autonomia di Valtellina e Valchiavenna che la Provincia è pronta a consegnare nelle mani di Maroni e neppure quello della conferenza dei sindaci che, apprezzabile perché contiene molte indicazioni utili, manca però di un’indicazione chiara sulla gestione autonoma nell’organizzazione delle risorse».
E invece, insiste il Pd, a fare la differenza può essere soltanto quello insieme, ovviamente, ad una maggiore dotazione finanziaria. «A mancare - ancora Tam - sono l’autonomia e 100 milioni. Da Roma partono 330 milioni per l’azienda sanitaria, da Milano ne arrivano in provincia 230, mi chiedo perché.È vero che c’è l’Arpa, il 118, piuttosto che l’organizzazione dell’assessorato, ma non costano così tanto.Milano deve spiegarci cosa succede delle nostre risorse, come sono spesi quei 100 milioni».
Il punto è il riconoscimento degli stessi diritti di cui godono i pazienti della pianura. «Oggi non li abbiamo sia per i tassi fuga da Morbegno e Chiavenna - sostiene Tam -, sia perché perdiamo professionalità. Siamo in caduta libera, il clima è di totale demotivazione a causa della mancanza di progettualità sistemica.La Regione ha scelto di deprimere il nostro sistema ospedaliero per introdurre fette di mercato per imprese convenzionate che vengono dalla pianura». Per questo diventa importante poter avere un direttore generale nominato dalla giunta regionale, ma su parere dei sindaci locali, che decida autonomamente la gestione delle risorse. «E che sia in grado di fare impresa attirando professionisti».
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