
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 05 Luglio 2018
«Sanità in Valle, nuovo modello
Nessun ospedale chiude»
L’assessore regionale ha incontrato la Conferenza dei sindaci. Gallera: «Entro il 15 settembre il punto su Gravedona e Chiavenna».
«Non vogliamo depotenziare, né ridurre, né chiudere alcun presidio. Vogliamo valorizzarne le vocazioni coerenti con i bisogni dei territori, proseguendo intanto nell’attuazione della riforma». L’ha assicurato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ieri a Sondrio, al termine di un incontro con la Conferenza dei sindaci che nella sala consiliare di palazzo Muzio ha visto anche la partecipazione dell’assessore regionale alla Montagna Massimo Sertori. Obiettivo, «confrontarci con gli amministratori locali per definire obiettivi e vocazioni sanitarie dei vari presidi», ha spiegato Gallera, facendo il punto sui temi principali per il territorio: lo stesso verrà fatto in ciascuna delle Ats, «così da seguire coerentemente un percorso chiaro, nei prossimi 5 anni».
E nel caso della provincia di Sondrio sotto i riflettori non poteva che finire anche il futuro del punto nascita di Chiavenna, viste le preoccupazioni del territorio e le proteste dei giorni scorsi. Sul tema Gallera ha rimarcato alcuni elementi: «Entro il 15 settembre verrà completato l’approfondimento tecnico su Gravedona e Chiavenna – ha spiegato -, condotto dall’Ats per verificare le capacità di ciascun presidio di garantire la sicurezza, le specialità presenti e così via. Lì dove dovessimo chiudere il punto nascita, ci sarà un investimento su altre specialità che servono al territorio, perché un presidio senza punto nascita ha bisogno di essere rafforzato. Abbiamo costruito un modello di presa in carico con un percorso nascita rinforzato che seguirà la donna fin dall’inizio della gravidanza, con l’ostetrica del territorio, la possibilità di effettuare gli esami nel presidio o nei consultori, l’accompagnamento a partorire nell’ospedale più vicino e un percorso di affiancamento anche dopo il parto».
Ma l’assessore ha messo sul tavolo anche «un progetto di ampio respiro» per il futuro complessivo della sanità nei territori montani e in particolare in provincia di Sondrio. «Vogliamo capire se oggi, con le opportunità straordinarie date dalla tecnologia, si possa creare un modello fortemente innovativo di gestione della rete sanitaria – ha detto Gallera -, da costruire per migliorare i servizi oltre al lavoro sui singoli presidi che stiamo svolgendo. Per questo sceglieremo dei consulenti esterni, docenti universitari ed esperti, perché studino un’iniziativa di ampio respiro, proponendo idee nuove e magari mutuando gli esempi positivi di Paesi esteri». L’idea è quella di mettere a disposizione «una suggestione ampia» sull’organizzazione del sistema sanitario in un’area montana come la provincia di Sondrio, ha spiegato Gallera, per poi «lavorare insieme alle amministrazioni locali, con la condivisione del territorio», ha detto. «Nel frattempo continuiamo nel percorso di attuazione della riforma e negli interventi sui singoli presidi».
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