San Giacomo Filippo: rifugio San Bernardo, revocata l’assegnazione

Determina di aggiudicazione della gestione del rifugio di San Bernardo di San Giacomo Filippo annullata. Che qualcosa non fosse andato per il verso giusto nella gara d’appalto indetta dal Comune guidato dal sindaco Severino De Stefani per cercare un gestore che si facesse carico del nuovissimo rifugio ricavato dall’ex scuola della frazione realizzato grazie alle risorse della precedente pianificazione di Aree Interne si era intuito visto che l’estate è trascorsa senza che fosse firmato il contratto.

Ora è arrivata la decisione dell’amministrazione e rappresenta una vera e propria mazzata. Non tanto dal punto di vista economico, visto che l’affitto richiesto era poco più che simbolico, ma per le prospettive di sviluppo turistico della zona e del progetto riguardante la mezzacosta delle Lepontine. In seguito a controlli relativi ai requisiti di partecipazione alla procedura, spiega l’amministrazione, sono emerse incongruenze. Valutate come tali anche dal segretario comunale. Chi ha vinto la gara, insomma, non aveva i requisiti in ordine.

L’amministrazione, quindi, aveva dato tempo al gestore di presentare la necessaria documentazione integrativa. Di mettersi a posto, insomma. Niente da fare. A fine agosto negli uffici del comune della bassa Vallespluga non è mai arrivato nulla. Da qui la decisione di tagliare la testa al toro, revocando la propria precedente determina. L’immobile ora è ufficialmente non assegnato ad alcun operatore.

La vicenda del rifugio di San Bernardo va in coppia con quella del gemello rifugio di Voga a Gordona. Ricavato nell’ex canonica della località. Anche in questo caso non si è ancora riusciti a trovare un gestore. E ormai sono passati due anni dalla fine dei lavori. Oltretutto la Comunità montana, che ha realizzato materialmente l’operazione, aveva messo a disposizione 40 mila euro per ciascuna struttura per coprire i costi di investimento necessari per la dotazione dell’arredamento. Per le cucine in modo particolare. L’investimento, insomma, sarebbe stato minimo e l’affitto limitatissimo. Si parla di 1000 e 1500 euro annui per le due strutture. Tutti elementi che gettano più di un dubbio sull’effettiva appetibilità delle due strutture ricettive sul mercato. Si tratta di rifugi sicuramente vocati per la stagione estiva, ma potenzialmente apribili durante tutto l’arco dell’anno, visto che sono a mezzacosta e raggiungibili con mezzi motorizzati senza grossi problemi. Ora tutto è rinviato, in entrambi i casi, ad un prossimo bando di gara. Si punta, e non potrebbe essere altrimenti, alla prossima stagione primaverile.

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