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Mercoledì 07 Luglio 2010
Rogeno: è un'emergenza
l'invasione dei piccioni
Addirittura c'è chi ha contato seicento volatili nella propria stalla e non sa come fare, dovendo lasciarla aperta per non far soffocare le mucche da latte. Adesso in paese si tenterà la strada della somministrazione di anticoncezionali, in allerta la protezione civile
ROGENO C'è chi conta «600 piccioni» nella propria stalla: ognuno – dicono le statistiche – produce due chili e mezzo di guano all'anno, causa di agenti patogeni e parassiti.
L'altra sera, nell'assemblea convocata dal Comune nella sala civica di Casletto, ha rasentato la disperazione la testimonianza di chi «allevando mucche da latte, rischia l'attività se arrivasse l'Asl e trovasse insano l'ambiente»; altri rogenesi erano sul piede di guerra per l'ordinanza del Comune che – nel dichiarare guerra ai volatili – ha imposto contromisure a tappeto minacciando 500 euro di multa a chi non s'adegua.
«Ho speso 500 euro per installare punte su tutti i cornicioni, persino sulle gelosie – ha riferito una cittadina – Ci manca solo che il Comune me ne faccia pagare altrettanti se questi furbissimi animali riescono ad annidarsi nel sottotetto comunque». Una vicina ha raccontato desolata d'avere «sorpreso i piccioni a mangiare nella ciotola del cane».
Al centro della serata doveva esserci proprio il sistema più innovativo di controllo dei volatili: il «farmaco autorizzato dal ministero della Salute, composto per il 93% mais: chicchi di dimensioni tali da non poter essere ingeriti da altri granivori come i passeri, ciascun chicco – ha affermato Pellizzari - avvolto in silicone alimentare per impedire il dilavamento nel terreno. Il principio attivo è la nicarbazina, molecola nota dagli anni 50, efficace come inibitore delle uova solo a determinate concentrazioni e con effetto reversibile». Il piccione che, per cinque giorni di fila tutte le settimane da marzo a ottobre ingerisce 10 grammi di «Ovistop» cessa di produrre uova fertili.
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