Cronaca / Lecco città
Martedì 05 Dicembre 2017
Rivive l’agricoltura
con le imprese giovani
Nel Lecchese sono un centinaio gli under 40 che gestiscono attività nel settore primario. In genere sono ditte che puntano a nuove colture
Crescono sul Lario le nuove imprese agroalimentari gestite da giovani imprenditori, che oggi Coldiretti conta in circa un centinaio per il territorio di Lecco.
Il dato è in crescita e gli under 40 si preparano ad entrare più numerosi, fra pochi mesi, nel consiglio di Coldiretti Como e Lecco, dove oggi a rappresentarle dal 2012 c’è la giovane Chiara Canclini, 28 anni, una laurea in lingue e alla guida di quella che definisce «un’impresa multifunzionale».
La sua è un’attività d’impresa nata da quella che prima per suo nonno e poi per suo padre «sono state – afferma Canclini – produzioni realizzate per sussistenza e poi per hobby. Buona parte dei miei colleghi giovani imprenditori – aggiunge – produce latte, lavora quindi su problemi centrati sulla stalla. Al secondo posto c’è il florovivaismo, con problemi centrati sull’aspetto commerciale di una concorrenza sul prezzo che arriva da produzioni non italiane. Io, come altri giovani, ho intrapreso una strada diversa, molto di nicchia ma nella quale ci sono buoni spazi di sviluppo».
Chiara rappresenta i giovani di Lecco e Como e la sua azienda si trova a Stazzona, sopra Dongo, quasi su un punto di incrocio fra le province di Lecco, Como e Sondrio. La base della sua attività arriva da suo nonno, «che ha sempre avuto molti terreni che lui stesso coltivava e che poi sono passati in famiglia ai più giovani».
Lei ha scelto di sviluppare l’attività sull’allevamento di conigli e sulle coltivazioni di piccoli frutti, e ci spiega qual è la sua “multifunzionalità”, dicendo che a ciò aggiunge «il foraggio, la legna, le olive, le orticole. E tutto quello che produciamo ma non riusciamo a vendere direttamente lo trasformiamo».
Via libera, quindi, all’attività di un laboratorio che sforna confetture, sottolio, sottaceti, sciroppi, salse, prodotti che al mattino finiscono sulla tavola degli ospiti del suo agriturismo costituito da tre camere con servizio di pernottamento e prima colazione.
«Sì – aggiunge – abbiamo deciso di fare solo la prima colazione, di non aggiungere anche pranzo e cena, per una questione di qualità dei prodotti offerti. Un agriturismo è davvero tale se si riesce a garantire che almeno l’80% della proposta è di produzione propria. Comprare all’esterno cose su cui non posso garantire e, comunque, cose non mie, snaturerebbe tutto il senso del mio lavoro, significherebbe mettersi a fare altro».
Le sue giornate, ci spiega, «sono lunghe, iniziano presto. Papà mi dà una mano, mia mamma invece ha un proprio lavoro, così a mandare avanti il lavoro ci sono soprattutto io». Il vantaggio principale della sua scelta? «Lavoro per qualcosa di mio, porto avanti i sacrifici di mio nonno e dei genitori, questo mi motiva e mi dà ragione di pensare che se continuo ad impegnarmi la mia azienda di certo crescerà».
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