Cronaca / Valchiavenna
Martedì 14 Febbraio 2017
Ritardi e danni: «Risarcimento dovuto»
Tornano a farsi sentire i commercianti e gli artigiani penalizzati dalla chiusura del Pozzo di Riva. Ravisconi: «Un grazie al prefetto che ci è vicino». Lorenzini: «Bilanci in rosso, difficile rispettare gli studi di settore».
La statale 36 al Pozzo di Riva è stata riaperta, ma la questione della chiusura non finisce qui. Mentre alcuni imprenditori attivi fra Novate Mezzola e Samolaco esprimono il proprio malumore per i ritardi, il prefetto di Sondrio Giuseppe Mario Scalia prende posizione per supportare le imprese.
«Nel condividere le rimostranze dei commercianti che hanno subito perdite in termini di incassi, ricordo che tale giusta lamentela è stata rappresentata il 4 gennaio ai presidenti di Confindustria, Confcommercio e Confartigianato», spiega.
Scalia aggiunge che «i commercianti potranno unitariamente, nel richiamare la citata nota, farsi direttamente parte attiva nei confronti delle citate associazioni».
Parole, quelle del prefetto, che rappresentano un supporto, almeno in termini morali, alle imprese che hanno dovuto fare i conti con la 36 chiusa da luglio a due giorni fa, invece che – come era stato annunciato – solo fino all’inizio di novembre.
«Il fatto che il prefetto, da Sondrio, esprima la propria sensibilità e attenzione nei confronti della nostra situazione ci fa sentire meno soli e lo ringraziamo pubblicamente per questo suo impegno – rileva Stefano Scaramella dalla concessionaria Auto Delta di Samolaco -. Speriamo che le autorità competenti facciano tutto il possibile per fare chiarezza e accertare le responsabilità di questi ritardi che hanno fatto allungare di tre mesi i tempi di realizzazione dell’opera».
Lanfranco Raviscioni sforna pizze da 33 anni a La romantica di Novate, il locale che negli ultimi sei mesi si è affacciato su una statale praticamente deserta.
«Siamo grati al prefetto, che con il suo interessamento ha avuto una grande dimostrazione di umanità – dichiara -. In tutta la valle sono stato quello che ha avuto più penalizzazioni, speriamo che ora il trend cambi. Sette mesi di strada bloccata hanno voluto dire disagi, anche se non neghiamo che realizzare un allargamento abbia rappresentato un passo in avanti. Ora speriamo che le istituzioni ci vengano incontro in termini fiscali, ad esempio a livello di tasse locali o di aiuti, perché il danno subito è stato molto chiaro e rilevante».
Sul fronte dei commercianti ci si è mossi finora senza un reale coordinamento con la categoria: «Ovviamente siamo a conoscenza di quanto accaduto e siamo contenti che, finalmente, la strada abbia riaperto – commenta il presidente mandamentale dell’Unione Commercio Igor Micheroli - . Per quanto riguarda i nostri associati colpiti direttamente dalla prolungata chiusura, da loro non è mai arrivata una segnalazione diretta della volontà di muoversi per ottenere un risarcimento dei danni subiti. Da parte dell’associazione di categoria c’è la massima disponibilità a sostenerli».
Per quanto riguarda la reale possibilità di ottenere poi un risultato concreto, Micheroli allarga le braccia: «Onestamente come rappresentante della categoria è la prima volta che mi capita una vicenda del genere. Non so francamente se ci siano margini per dimostrare che ci sia stata una contrazione degli affari legata alla chiusura della strada in modo così diretto. Se ci dovesse essere siamo pronti a dare tutto il nostro appoggio».
Gli Artigiani hanno lanciato l’allarme sui ritardi in autunno. «Il prefetto è stato chiaro: ora bisogna analizzare a fondo la situazione e chiedere alle singole imprese informazioni sulla loro attività e sulle conseguenze dei ritardi – aggiunge il presidente di Confartigianato Andrea Lorenzini -. Per questa ragione stiamo incontrando i nostri associati. Non bisogna trascurare l’aspetto degli studi di settore: vista la situazione non sono facilmente applicabili».
Intanto, ieri sono ripartite le corse dei treni da Chiavenna a Colico. È finita l’epoca dei trasbordi a Novate Mezzola, con tutti i disagi resi inevitabili dalla necessità di scendere dal pullman e salire sui regionali.
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