Cara provincia
Sabato 20 Dicembre 2008
Ritardi e disagi, mali incurabili del ricco Nord?
Fa sorridere leggere che Fornigoni si unisce alla protesta dei pendolari
Leggere le affermazioni fatte in questi giorni dal Governatore della Lombardia, Formigoni sul fatto di unirsi ai pendolari nella protesta contro Trenitalia fa sorridere. Sembra che si siano accorti solo ora di tutti i disagi che da decenni caratterizzano il trasporto ferroviario regionale, quelli che quotidianamente almeno 300 mila persone subiscono senza mai vedere segni di miglioramento. Lasciando stare Trenitalia e il "nuovo orario" che sembra avere sconvolto così tanto i piani alti della Regione, mi sembra che le Nord offrano ai loro utenti un servizio analogo alle ex-Fs in tema di ritardi, guasti e soppressioni. Con la differenza che non c’è nessuna Alta Velocità a far "rallentare" il traffico pendolare, e soprattutto che la Regione è azionista di maggioranza di questa compagnia ferroviaria. Quindi, perché prendersela con Trenitalia, quando i risultati gestionali di LeNord e Regione sono ben noti da almeno 20 anni? Invece di mettersi ora sui binari, negli ultimi 10 anni avrebbero dovuto utilizzare i treni che gestiscono almeno una settimana al mese, invece di andare al lavoro accompagnati dai loro autisti personali, per vedere lo stato effettivo del (dis)servizio. E magari salire in incognito, senza fanfara di accompagnamento come avviene per le inaugurazioni di quadruplicamenti e prolungamenti di linea.
Andrea Zanoletti
Quando s’insediò il governo Berlusconi e il premier annunciò che avrebbe scelto Napoli come sede della prima riunione, il nostro giornale gli suggerì di scegliere Malpensa come seconda. Perché Napoli e il Sud lamentavano grossi guai, ma il Nord e Malpensa ne soffrivano di non piccoli. Gli suggerì anche di sperimentare sul campo i disagi quotidiani degli elettori delle nostre parti. Come? Sbarcando con tutti i ministri la sera prima della riunione nell’aeroporto della brughiera, trasferendosi poi a Milano e prendendo infine il treno dei pendolari per andare ad alloggiare la sera in una località del Varesotto o del Comasco. La proposta per il mattino dopo era d’imbarcare l’eccellente consesso su un pullman e di ritornare nella metropoli percorrendo l’autostrada. Avrebbero capito, Berlusconi e tutti i ministri, in quale effettivo e immediato conto erano da tenere le proteste locali. Naturalmente la provocazione restò tale. Naturalmente i disagi sono rimasti quelli. Naturalmente ciò che ci stiamo dicendo, caro Zanoletti, ce lo ridiremo chissà quante altre volte tra un ritardo, un guasto e una soppressione. Perché viaggiando ci mancano molte cose, non però il tempo da sprecare.
Max Lodi
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