Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 23 Luglio 2015
Riforma sanitaria, «la Valtellina avrà
solo da guadagnarci»
All’indomani della presa di posizione della conferenza dei sindaci di Valtellina e Valchiavenna che, compatti, hanno detto no all’allargamento dei confini in materia di sanità a difendere l’ipotesi in discussione a Milano è il sottosegretario alla presidenza della Regione Lombardia Ugo Parolo
Il sottosegretario leghista che aveva seguito in prima persona la partita dell’autonomia, ma che sul tema della sanità sta «solo coadiuvando» il presidente Maroni, è convinto che la questione non sia stata ben compresa e che quindi il timore espresso dagli amministratori locali non sia giustificabile.
«L’autonomia gestionale della provincia di Sondrio rimane intatta, come adesso - specifica Parolo -. Le Ats (agenzie di tutela della salute) avranno compiti di programmazione dell’offerta sanitaria, di accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie, di negoziazione e acquisto delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie, non di gestione. Ciò significa che avendo un’agenzia unica di montagna, che va oltre i confini provinciali, saremo più grandi e avremo più peso politico per contrattare i servizi e i costi relativi e per organizzarli in base alle esigenze delle specificità montane». Da qui la convinzione non soltanto che non cambierà nulla in termini gestionali, ma che addirittura ci saranno dei vantaggi.
«In ogni caso - ancora Parolo - le cose sono ancora in itinere e ci sarà modo di discuterne direttamente con il presidente Maroni». Il riferimento è all’incontro che già oggi, al rientro del presidente della Provincia Luca Della Bitta dal mare, sarà richiesto dallo stesso Parolo al governatore lombardo. «Non ho alcun dubbio che sarà possibile per una delegazione di sindaci parlare con Maroni quanto prima».
D’altro canto il presidente della Regione aveva incontrato martedì anche la delegazione degli amministratori della Valcamonica che chiedevano, a loro volta, di mantenere una propria autonomia per la sanità, di proseguire cioè con la sperimentazione in atto dal 1998 che vede Asl e Azienda ospedaliera accorpate in un’unica entità e di non essere accorpati a Valtellina e Alto Lario. Anche a loro Maroni ha risposto picche.
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