Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 06 Novembre 2013
«Riforma incostituzionale»
Province contro Delrio
Dopo l’assemblea nazionale dell’Upi le amministrazioni tornano a battere sul tasto della Consulta
Sertori: «Questo disegno di legge è un salto nel buio. Continueremo la nostra battaglia»
«Questo disegno di legge è un salto nel buio: toglie funzioni alle Province senza minimamente decidere a chi assegnarle. Un’assurdità».
È tornato più carico che mai dalla trasferta a Roma, dove ha partecipato all’assemblea nazionale dell’Upi, il numero uno di palazzo Muzio e riferimento dell’Upl Massimo Sertori.
D’altro canto la partita per la sopravvivenza degli enti è alla sua stretta finale: il 25 novembre il testo andrà in aula e da qui ad allora sono molte le cose da fare. Di sicuro Sertori non demorde e promette battaglia, pancia a terra, fino all’ultimo. E non è da solo.
Tra i punti criticati da Sertori e dai colleghi delle province non c’è solo l’assurdità di un provvedimento di cui non si conoscono esattamente ricadute e futuro, ma innanzitutto la questione della sua costituzionalità, tanto che il presidente dell’Upi Saitta ha annunciato la nascita a breve di comitati per la difesa della Costituzione in tutti i territori. «Ci organizzeremo anche noi» sottolinea Sertori.
Il punto secondo il numero uno di palazzo Muzio sta tutto nella convinzione di fare il bene dei cittadini garantendo loro quel lavoro di sintesi necessario sul territorio. A maggior ragione su quello di Valtellina e Valchiavenna già di per se stesso caratterizzato da una grande frammentazione.
«Alla demagogia del ministro Delrio potremmo rispondere con altrettanta demagogia - insiste Sertori - e invece lo facciamo alzando il tiro, a difesa della nostra carta costituzionale», dichiarazioni che lo stesso presidente sa suonare strane dette da un leghista «ma - chiarisce - quando noi parliamo di riformare la Costituzione, lo facciamo pensando ad un percorso legislativo corretto non a queste scorciatoie». E Sertori sottolinea la pericolosità di un precedente come questo: «Stanno violentando la Costituzione, adesso tocca alle Province e poi di chi sarà la volta?».
© RIPRODUZIONE RISERVATA