Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 24 Dicembre 2013
Riforma delle Province
Saltano le elezioni
Quello di Sondrio è definito territorio montano ma nessuna deroga sull’ente di secondo livello - Jonny Crosio: «È un atto anticostituzionale»
C’è il riconoscimento della specificità montana, ma non si possono evitare né il commissariamento dal 2014, né la trasformazione in ente di secondo livello. Riguarda anche il futuro della Provincia di Sondrio il via libera arrivato nel fine settimana dalla Camera al primo passo verso l’abolizione delle Province. E naturalmente non mancano le proteste.
Il ddl Delrio abolisce il rinnovo dei consigli e l’elezione diretta dei presidenti e, con la legge di stabilità, lo stop è già previsto a maggio del prossimo anno per le 52 Province in scadenza e le 20 commissariate. In attesa di essere cancellate dalla Costituzione, le nuove Province diventeranno quindi enti di secondo grado con il presidente nominato dall’assemblea dei sindaci. Non solo. Il disegno di legge dà un taglio netto alle indennità: niente assessori con lo stipendio e addio gettoni di presenza. C’è, infine, una norma che riconosce la specificità montana di Sondrio, Belluno e Verbano-Cusio-Ossola, ma anche in questi tre casi i presidenti verranno designati dall’assemblea dei sindaci e non dai cittadini nel segreto dell’urna. Se ne riparlerà presto in Senato, probabilmente a gennaio.
Sorride il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Graziano Delrio, che nei mesi scorsi ha incontrato le istituzioni valtellinesi nei capoluogo e a Chiavenna. «Dopo tanti anni di attesa, un passo avanti enorme per semplificare i livelli amministrativi del Paese ed essere più vicini a cittadini e imprese», sottolinea su Facebook dopo l’approvazione del ddl sul riordino di Città metropolitane, Province, unioni e fusioni di Comuni, che ora andrà al Senato. Il ddl è passato con 277 “sì” dei deputati della maggioranza, 11 voti contrari. Sono usciti dall’aula senza votare Forza Italia, M5S e Lega Nord. Delrio ricorda i punti salienti del provvedimento: partono le nove città metropolitane, «dopo 30 anni, per dare slancio alla crescita del Paese», per la prima volta non ci saranno le elezioni provinciali e, in attesa del disegno costituzionale di abolizione, le Province si riducono ad enti leggeri «con poche funzioni, molto utili ai Comuni». Secondo il ministro i piccoli Comuni potranno lavorare più facilmente insieme nelle unioni, con meno burocrazia e più autonomia. «Infine si lavora alla soppressione di centinaia di enti impropri e inutili e inizia la riorganizzazione dello Stato: se tutto questo sembra poco...», conclude il ministro.
Data per scontata la contrarietà dell’opposizione, anche dalla maggioranza arrivano pareri discordanti. Un chiaro esempio è quello di Lorenzo Dellai, trentino e capogruppo di Per l’Italia alla Camera. «Pur essendo ampiamente previsto, esprimo vivo rammarico per il parere negativo del governo e la conseguente bocciatura da parte della Camera a un mio emendamento al ddl Delrio che prevedeva per i territori interamente montani, come in particolare la provincia di Belluno, la possibilità di mantenere una legittimazione democratica ed elettiva dell’istituzione provinciale che in questi territori, diversamente dal resto del Paese, è percepita dai cittadini come uno strumento di identità territoriale».
È perplesso il valtellinese Jonny Crosio. «Oggi c’è la legge di stabilità, poi a gennaio la questione arriverà in Senato - spiega il senatore leghista -. il commissariamento è un atto anticostituzionale e arrogante. Si toglie al popolo il rappresentante eletto. Poi si fa un ente di secondo livello: avremo un presidente scelto da pochi, con il rischio di quei giochini che abbiamo osservato in molti casi per le Comunità montane».
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